«Stiamo lavorando per priorità. Partiremo con il taglio del cuneo fiscale per incrementare i salari netti dei lavoratori difendendone il potere d’acquisto, per poi proseguire con le altre emergenze del nostro Paese come una sanità più efficiente abbattendo le liste d’attesa, interventi sulle pensioni minime e misure a favore della natalità per contrastare la crisi demografica».
Lo ha dichiarato Sandra Savino (Forza Italia), sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, nell’ambito del doppio confronto tra Commercialisti ed esponenti del mondo della politica che ha caratterizzato il CNPR Forum speciale promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
«Un’attenzione particolare sarà rivolta al reperimento delle risorse necessarie a imprimere una svolta nella vita degli italiani. Partiremo da una lotta serrata all’evasione fiscale insieme all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza progettando nuove misure all’insegna della trasparenza e della semplificazione, valorizzando la compliance tra Fisco e contribuenti. Da questo punto di vista – ha ribadito il sottosegretario Savino -il processo di digitalizzazione ci darà una grande mano e il rapporto con i professionisti diventa sempre più determinante come intermediari tra il Legislatore e l’attuazione in pratica delle nuove norme».
Nell’ambito del doppio confronto a soffermarsi sulla riforma della pubblica amministrazione è stato Luciano D’Alfonso (deputato del Partito Democratico in Commissione Finanze a Montecitorio): «Un tempo, la visione della PA ne esaltava la strumentalità, la funzionalità al servizio di persone, imprese e territori. Attraverso un processo riformatore che veda protagonisti il Parlamento, il Governo, il mondo accademico, gli intellettuali, il mondo dell’informazione, dovremmo ritrovare la via per fare in modo che la pubblica amministrazione non sia un leviatano assistente, una grande stalattite che si autoalimenta, ma torni a svolgere una funzione utile ai progetti di vita, di persone, imprese e territori. Puntando sulla competenza, tecnologia, organizzazione, formazione, contratti adeguati che consentano la giusta remunerazione in maniera tale che ogni funzionario possa assumersi responsabilità precise senza temere niente. I portatori di interessi devono potere partecipare ai procedimenti amministrativi come acclarano le Carte europee della PA che incoraggiano le decisioni pubbliche a essere partecipate dai portatori di interessi. Il partenariato pubblico -privato è la via di uscita anche per realizzare progetti complessi».
A confrontarsi con i rappresentanti di governo e Parlamento Francesco Matacena (presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili Napoli Nord): «Con la nuova legge di bilancio ci aspettiamo sostegni concreti per imprese e cittadini. Sento parlare di difficoltà nel reperimento delle risorse. Credo si debba partire dalla lotta all’evasione fiscale e dall’adozione di misure efficienti per l’antiriciclaggio. Sicuramente il rapporto tra Stato, professionisti e contribuenti sta cambiando anche alla luce delle riforme del governo. Il countdown per la sperimentazione della riforma della contabilità degli enti pubblici volge al termine. A partire dal 2024 ci troveremo a gestire questo importante cambiamento che avrà un impatto molto forte sulla gestione delle amministrazioni pubbliche e che consentirà di avere bilanci più trasparenti nell’interesse di tutti i cittadini. I commercialisti saranno parte determinante in questo processo non solo in qualità di facilitatori ma anche di consulenti, visto che il nuovo modello è ritagliato su quello impiegato da sempre per le imprese pubbliche, seppur con i dovuti adattamenti. Noi ci faremo trovare pronti».
L’altra voce dei professionisti è quella di Roberto Tiezzi (numero uno dell’Odcec di Arezzo): «Viviamo in un’epoca di transizione: digitale, ecologica, sociale. Dobbiamo allora comprendere in che modo la riforma della pubblica amministrazione, tanto attesa, riuscirà a recepire le istanze di famiglie, imprese e territori. Per fare questo, occorre un’ampia partecipazione dei professionisti nei processi decisionali che riguardano la vita economica e sociale del Paese, che devono includere necessariamente anche i contributi dei portatori di interessi. Di fronte alla complessità del Pnrr, il partenariato pubblico -privato può costituire una valida soluzione, soprattutto per la realizzazione dei progetti più articolati. Ci sono casi straordinari di efficienza dove nella pubblica amministrazione dove c’è stato chi si è fatto carico di portare a termine progetti ambiziosi. Lo sforzo che si sta facendo sulle Zes, per esempio, grava tutto su alcuni funzionari che necessiterebbero del supporto di noi professionisti. Così come porzioni importanti del Pnrr per le quali siamo pronti a offrire il nostro contributo».