Barbara Ricci, candidata nella circoscrizione meridionale: «Il nostro partito elemento di spicco del Ppe, la più grande coalizione dell’EuroParlamento»
«Votare Forza Italia alle prossime europee è l’unico voto utile per l’Italia e per il nostro Sud». Ne è convinta Barbara Ricci, candidata per il partito azzurro nella circoscrizione meridionale, e spiega in un’intervista al nostro giornale perché la preferenza per gli eredi di Berlusconi è l’unica «strada». «Forza Italia, da sempre europeista e promotrici dei nostri territori, vuole cambiare in meglio l’Unione Europea. Per fare ciò però, aldilà dei facili proclami dei vari schieramenti, c’è bisogno di un partito forte a Bruxelles. In Europa la prima forza politica è il Partito Popolare Europeo che in ogni legislatura ottiene il presidente della Commissione, quello dell’Europarlamento e talvolta anche quello del Consiglio. Grazie a questa forza, a questo peso specifico Forza Italia può far valere le proprie idee a Bruxelles» sottolinea la candidata che aggiunge: «Altri partiti, pur autorevoli, non sono in grado di incidere o di essere l’ago della bilancia nelle grandi questioni da affrontare. Ci sono tanti problemi sul tavolo, tanti dibattiti».
«Da sempre, inoltre, grazie anche alle idee del nostro presidente Berlusconi, la posizione nei confronti dell’Unione Europea non è mai cambiata. Siamo sempre stati decisi e netti: il nostro futuro è l’Europa. È l’unica strada percorribile, con convinzione, che possa garantire al nostro Paese, ai nostri cittadini, un futuro di ricchezza, benessere e sicurezza. Grazie alla sua posizione chiara ha una grande credibilità a livello internazionale, i partener sanno con chi discutere, con chi poter intavolare un discorso o un progetto. A differenza di altri partiti che ogni tanto vacillano».
Questo non significa però che bisogna accettare lo Status quo, che tutto sia intoccabile e perfetto. «Tutto si può migliorare – ci spiega -. Ancora oggi i cittadini la percepiscono come un’istituzione lontana, distante anni luce, che però ogni tanto prova a interferire nella vita del singolo individuo. Parafrasando Massimo d’Azeglio, potremmo dire: “Fatta l’Unione Europea, ora dobbiamo fare i cittadini europei”. Perché adottando politiche assurde e sovranazionali, imponendo solamente direttive e non accompagnando la vita degli europei, ha solo alimentato diatribe tra Italia e Francia, Italia e Germania, Germania e Francia. Tra paesi del Nord e del Sud Europa. Invece bisogna lavorare per un sentimento comune, per creare un sentimento di solidarietà anche tra un italiano e un francese. Per fare tutto questo però, c’è bisogno anche di una riforma istituzionale. Come ha detto il nostro segretario Tajani, a cominciare dal Parlamento Europeo: uno dei pochi parlamenti al mondo che non ha iniziativa legislativa»