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BRUXELLES Arrivano dall’Olanda, primo Paese a chiamare ieri i cittadini fisicamente alle urne, i primi numeri delle Elezioni europee 2024. Sono exit poll – quelli diffusi da Ipsos per l’emittente NOS, visto che nessun risultato, neppure preliminare, potrà essere reso noto prima di domenica sera; ma smentiscono un’avanzata travolgente della destra, che qui ha il volto di Geert Wilders, il leader anti-Islam del Pvv, già vincitore delle ultime elezioni politiche.
Secondo gli exit poll, dunque, il Pvv avrebbe sì guadagnato deputati rispetto al 2019 (ne eleggerebbe ben sette contro l’unico di allora, risultato senza precedenti), ma verrebbe battuto dal ticket Laburisti-Verdi guidato dall’ex vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans, che otterrebbe otto deputati (uno in meno rispetto al 2019). Alle elezioni politiche di novembre il Pvv si era invece largamente imposto. Nettamente più staccati gli altri partiti: 4 seggi ai liberalconservatori del Vvd (il partito del premier uscente Rutte), tre a cristiano-democratici e liberali progressisti del D66. Male l’altra formazione di estrema destra, il Forum per la democrazia di Thierry Baudet, che non ottiene alcun seggio (ne aveva 4 nella precedente legislatura).
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Wilders, in passato fieramente antieuropeista, al punto da inserire la “Nexit”, l’uscita dell’Olanda dall’Unione europea, nel suo programma, ha corretto negli ultimi tempi il tiro, puntando piuttosto a un rafforzamento della presenza a Bruxelles per combattere la Ue dall’interno, perlomeno gli aspetti che a suo dire tolgono troppo alla sovranità nazionale. Posizione, quest’ultima, comune ad altri partiti del suo gruppo all’Europarlamento, Identità e democrazia, di cui fanno parte Lega e Rassemblement National francese. Lo confermano del resto le sue dichiarazioni di ieri: «Bisogna avere una forte presenza nel Parlamento europeo – ha detto – e assicurarsi che, se necessario, saremo in grado di cambiare le linee guida europee per essere responsabili della nostra politica di immigrazione e di asilo».
L’affluenza, stimata al 44 (il dato non è definitivo) è leggermente in aumento rispetto al 41 di cinque anni fa.
Il voto olandese, primo test per i 370 milioni di elettori chiamati alle urne in tutta Europa da qui a domenica, ha dovuto fare i conti anche con una minaccia trasversale ai Paesi Ue: quella degli hacker. Il collettivo di hacker filorussi riunito sotto il nome di NoName057 aveva annunciato azioni contro le infrastrutture internet in Europa in concomitanza con l’inizio delle votazioni e diversi partiti olandesi hanno in effetti denunciato attacchi Ddos (Distributed denial of service), azioni dimostrative che paralizzano i siti internet. Sono stati rivendicati attacchi ad enti olandesi come il ministero della Giustizia e la compagnia di trasporto pubblico di Amsterdam Gvb.