Maurizio Cocco è ancora carcere in Costa d’Avorio, malgrado abbia già scontato la pena per un’accusa in relazione alla quale si professa innocente, e nonostante il provvedimento di scarcerazione. Per l’ingegnere edile di 61 anni di Fiuggi, dietro le sbarre da due anni, la Farnesina ha attivato i suoi canali e i suoi stessi legali ivoriani hanno presentato una denuncia per sequestro di persona contro le autorità ivoriane proprio perché una sentenza di qualche giorno fa ne decretava la scarcerazione. Lo scorso 7 maggio, il tribunale ivoriano lo aveva condannato a due anni di reclusione per frode fiscale ma in questo stesso periodo, Cocco – che si è sempre detto innocente – aveva già di fatto scontato la pena in carcere in attesa di giudizio. La liberazione di Cocco, prevista entro il 2 giugno, è stata però sospesa a causa di una nuova indagine che sarebbe emersa in questi giorni: si tratterebbe quindi di una detenzione preventiva, che prolunga quella già in corso. A maggio le autorità ivoriane avevano invece annunciato l’imminente scarcerazione del 61enne, ma l’uomo risulta ancora in carcere. “Cocco è detenuto illegalmente”, denuncia Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia della circoscrizione estera, il quale sta seguendo la vicenda. “La Farnesina è attivata, stiamo lavorando e mi attiverò anch’io per fare pressioni politiche. Chiediamo il rispetto della giustizia per un nostro connazionale, sul quale pende un ordine di scarcerazione che non è mai avvenuta”, aggiunge Di Giuseppe. Un altro dei legali ivoriani di Cocco ha presentato una domanda di scarcerazione immediata al tribunale, sostenendo che è del tutto “illegale e anticostituzionale” quanto sta accadendo al 61enne. “Spero che mio marito torni il prima possibile: il caso di mio marito non ha spiegazioni plausibili da parte delle autorità ivoriane”, sostiene Assunta Giorgini, moglie di Cocco, il quale venne arrestato due anni fa assieme ad altri occidentali per una presunta frode fiscale nell’ambito di un’inchiesta delle autorità locali su un presunto giro di narcotraffico e riciclaggio. Da allora il 61enne giura la sua innocenza, spiegando che lui nulla ha da spartire con i trafficanti di droga ed i riciclatori di denaro sporco. Cocco ha sempre detto che in Africa era andato solo per lavorare con la sua impresa di costruzioni. “Un lavoro onesto”, diceva, per il quale aveva lasciato la sua Fiuggi.
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