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BRUXELLES – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato oggi, giovedì 17, a Bruxelles i dirigenti dell’Unione europea e dell’Alleanza atlantica per chiedere nuovo e più ampio sostegno nella guerra contro la Russia. Piatto forte è il desiderio ucraino di aderire alla Nato. L’idea resta controversa, anche se il tema appare oggi più concreto che in passato. Intanto, secondo Kiev, 10mila soldati nord-coreani sarebbero sul punto di combattere in Ucraina a fianco dei russi.
«La Nato per noi è un ombrello di sicurezza cruciale. In fondo è la nostra unica speranza – ha detto il presidente ucraino in una conferenza stampa dopo aver partecipato di persona a una riunione del Consiglio europeo –. La debolezza relativa dell’Ucraina si traduce in una forza relativa della Russia. Sarebbe un errore non permetterci di entrare nell’organizzazione militare (…) La prima tappa può essere un invito, poi l’ingresso. Forse anche dopo la fine della guerra. Comunque, il prima possibile».
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Da tempo Kiev chiede di entrare nella Nato per garantire la sua sicurezza ed essere «pronta alla diplomazia». In un vertice a Washington in luglio l’organizzazione militare si era limitata ad affermare che «il futuro dell’Ucraina è nella Nato». A molti l’ipotesi di un ingresso d’emblée ha sempre fatto paura, perché significherebbe partecipare in prima persona alla guerra contro la Russia. L’ottica, tuttavia, starebbe cambiando, secondo le informazioni raccolte a margine della riunione di ieri.
L’argomento di Kiev, secondo il quale l’ingresso nella Nato indurrebbe Mosca a sedersi al tavolo delle trattative, non lascia indifferenti. Si fa strada l’idea che la mossa possa essere strategicamente opportuna. Per ora il presidente Zelensky non ha ottenuto un appoggio americano alla sua richiesta, e lo stesso capo di Stato ucraino ha ammesso a Bruxelles che Berlino «non ha detto né sì né no». Ha poi aggiunto: «Quando ne ho parlato con Donald Trump, questi ha detto di capire i miei argomenti».
Nella sua visita brussellese, il presidente ucraino ha anche illustrato i due suoi piani, quello per la pace risalente al giugno del 2023, e quello per la vittoria, illustrato questa settimana in Parlamento a Kiev. Il primo ha il pieno appoggio dei Ventisette. Sul secondo ieri non sono mancate le critiche (il piano prevede oltre all’ingresso o all’invito all’ingresso nella Nato anche la presenza di armi di deterrenza non nucleare in Ucraina, così come nuovo sostegno militare ed economico occidentale).