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(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Le Borse europee chiudono deboli la prima seduta della settimana, contrassegnata da nervosismo e volatilità dopo il voto in Francia. Il Ftse Mib di Milano resiste e termina in rialzo dello 0,17%, trainato dalle banche, ma il Cac di Parigi, osservato speciale della giornata, lascia sul terreno lo 0,6%. Gli investitori guardano alla sconfitta del Rn di Marine Le Pen, e al fatto che nessun partito ha da solo la maggioranza per governare, compresa la vincitrice della tornata elettorale, la sinistra di Jean-Luc Mélenchon.
Si dipinge, dunque, uno scenario di incertezza politica, che però dovrebbe escludere, almeno nella teoria, programmi incentrati sull’aumento della spesa pubblica. Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di Ig Italia, sottolinea che «lo stress sui mercati finanziari osservato inizialmente è stato generato dall’ipotesi della maggioranza assoluta di Rassemblement National e dalla concomitante attuazione di programmi economici ritenuti poco credibili. Esclusi ormai questi scenari estremi, la volatilità dei mercati, anche se non si riduce del tutto a causa del perdurare delle incertezze politiche, dovrebbe comunque tenerne conto». Per questo motivo i broker rimangono «lievemente positivi nel breve periodo. Crediamo che i problemi maggiori per la Francia (e per l’Europa) possano arrivare in autunno quando l’Assemblea dovrà approvare la legge di bilancio».
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Diversi gli scenari possibili, ma «più la coalizione tenderà a sinistra, più il mercato si preoccuperà di un potenziale aumento della spesa pubblica, di una possibile inversione della riforma delle pensioni, del congelamento dei prezzi, dell’aumento degli stipendi statali e di un peggioramento delle relazioni con l’Ue», sottolinea Jamie Ross, portfolio manager di Janus Henderson, che evidenzia come «la Francia ha già un rapporto debito/Pil superiore al 100%, quindi qualsiasi aumento netto della spesa pubblica sarebbe oggetto di particolare attenzione».
Wall Street poco mossa, occhi già su Powell martedì al Senato
A Wall Street il Dow Jones chiude in calo dello 0,08% a 39.344,79 punti. L’S&P 500 guadagna lo 0,06% a 5.570,73 punti mentre il Nasdaq chiude in progressione dello 0,27% a 18.402,34 punti. Pochi sobbalzi all’inizio di una settimana in cui sono attesi i dati sull’inflazione e le prime trimestrali, con i risultati finanziari delle banche (venerdì). Gli indici sono reduci da una settimana in rialzo e dai record per S&P 500 e Nasdaq Composite. Dopo il debole rapporto sull’occupazione di giugno, aumentano le speranze di un taglio dei tassi d’interesse a settembre e dicembre. Per qualche indizio in più sulle prossime mosse della Federal Reserve, bisognerà aspettare la pubblicazione dei prezzi al consumo (giovedì) e dei prezzi alla produzione (venerdì) di giugno e l’intervento del presidente Jerome Powell sulla politica monetaria davanti alla commissione Bancaria del Senato, in programma martedì.
Le Adr di Taiwan Semiconductor Manufacturing (Tsmc), il più grande produttore indipendente di semiconduttori al mondo, hanno superato brevemente la soglia dei 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato poco dopo l’apertura di Wall Street. Il titolo ha guadagnato oltre l’85% dall’inizio dell’anno. Adr è l’acronimo inglese di American Depositary Receipt, un certificato che consente a tutti gli investitori di operare su azioni di aziende non statunitensi quotate nelle borse statunitensi. Ieri, Morgan Stanley ha alzato il suo obiettivo sul titolo, in vista di un possibile aumento della stima sulle vendite per l’intero anno nel resoconto trimestrale della prossima settimana; inoltre, prevede che faccia salire i prezzi dei wafer grazie al suo forte potere contrattuale. Tra i maggiori clienti di Tsmc ci sono Apple e Nvidia, che rendono Tsmc uno dei titoli preferiti tra gli investitori attratti dall’intelligenza artificiale.