articolo di Derek Saul
Oggi, il mercato azionario sta facendo registrare rialzi diffusi a livello mondiale in scia al sentiment positivo degli investitori scaturito dal consistente taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Tuttavia, il comparto obbligazionario non sembra molto convito di questo taglio.
Il taglio della Fed e i riscontri nei mercati
- Poco dopo l’apertura di Wall Street, il Dow Jones è salito dell’1,3%, facendo segnare un nuovo record a quota 42.105 punti, l’S&P 500 dell’1,6%, registrando il suo nuovo massimo storico di 5.713 punti, e il Nasdaq, l’indice tecnologico, del 2,3%. Tuttavia, quest’ultimo rimane del 4% al di sotto del picco messo a segno a luglio.
- Il rally arriva dopo che mercoledì abbiamo assistito a una seduta contrastata in Borsa, in cui Wall Street ha reagito in tempo reale al taglio della Fed, con il Dow e l’S&P che hanno fin da subito toccato i massimi storici subito dopo la decisione. Poi però tutti e tre i principali indici statunitensi hanno chiuso in rosso, nonostante la Fed abbia deciso di tagliare i tassi di 50 e non 25 punti base.
- Anche i principali mercati esteri hanno registrato un rialzo: l’indice Hang Seng di Hong Kong e il Nikkei 225 giapponese hanno registrato un rialzo di circa il 2%, mentre l’europeo Stoxx 600 e il britannico FTSE 100 hanno entrambi guadagnato circa l’1%.
- Oggi, diverse grandi aziende stanno facendo registrare dei rialzo. Ne sono un esempio i titoli Apple, Goldman Sachs, Nvidia e Tesla, in rialzo di oltre il 2%. Inoltre, l’informatica è il settore dell’S&P che sta facendo registrare le performance migliori, con un rialzo di circa il 2,5%.
Contrarian
Dopo il taglio dei tassi il mercato obbligazionario ha fatto registrare diversi movimenti, in virtù del fatto che, subito dopo l’annuncio della Fed, il rendimento del titolo di riferimento del Tesoro USA a 10 anni ha guadagnato circa 10 punti base, passando da 3,65% a 3,75%, il rendimento più alto in due settimane. Bisogna considerare infatti che un rendimento più elevato indica valori obbligazionari più bassi e, anche se generalmente quando i tassi di interesse sono bassi le obbligazioni ne traggono un vantaggio, tuttavia la mossa riflette alcune preoccupazioni dei trader. Tra queste il fatto che la Fed potrebbe aver agito in modo troppo aggressivo, dato che l’inflazione è ancora al di sopra di quanto visto in passato. Aspetto che in realtà comporterebbe tassi di interesse più alti nel lungo periodo. Il rendimento a 10 anni è ancora circa 15 punti base al di sotto di fine di agosto.
Background
Portare il tasso dei fondi federali in un intervallo tra il 4,75% e il 5% non fa altro che rappresentare il primo taglio dei tassi di interesse della Fed negli ultimi quattro anni (da marzo 2020). Decisione praticamente certa, ma che ha sorpreso un po’ per le sue modalità, dato che la banca centrale americana ha optato per un drastico taglio di mezzo punto percentuale, così da affrontare nel migliore dei modi il rallentamento del mercato del lavoro e i crescenti timori per una crisi economica. In una nota di giovedì ai clienti, il fondatore di Sevens Report Tom Essaye ha descritto la scossa e il calo del mercato azionario come una reazione istintiva del cosiddetto fenomeno “sell the news”. I tassi di interesse più bassi sono quasi sempre visti come un aspetto positivo per le azioni poiché la possibilità di stipulare un finanziamento a tassi più favorevoli solitamente aumenta i margini di profitto aziendali. Tuttavia se questa mossa da parte della Fed non riuscisse a stimolare l’economia e a frenare la crisi economica, cosa già successa nel 2007, potrebbe creare diversi problemi agli investitori.
L’articolo Wall Street fa registrare nuovi record in scia al taglio della Fed è tratto da Forbes Italia.