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BRUXELLES – Archiviata la formazione del nuovo collegio dei commissari, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha compiuto l’ottavo viaggio a Kiev da quando è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina, cogliendo l’occasione per annunciare un nuovo prestito europeo di 35 miliardi di euro al Paese in guerra. L’operazione finanziaria dovrà essere finalizzata entro la fine dell’anno e fa parte di un accordo raggiunto in giugno a livello di G7.
«Spenderemo questi 35 miliardi principalmente per l’energia, per la difesa, così come per i rifugi antiatomici per i bambini nelle scuole, negli asili e nelle università», ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una conferenza stampa a Kiev con von der Leyen. Il denaro andrà anche alla produzione di armi: «Oggi i nostri droni a lungo raggio colpiscono il nemico e sono più economici di quelli prodotti dai nostri partner».
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Il prestito verrà concesso all’Ucraina senza alcuna condizione sull’uso dei soldi. «Il denaro andrà direttamente nel vostro bilancio nazionale», ha precisato la presidente della Commissione. Da qui a fine anno ci sarà bisogno del benestare del Parlamento e del Consiglio (alla maggioranza qualificata). Ai 35 miliardi promessi ieri bisogna aggiungere 160 milioni di euro, annunciati questa settimana, in particolare sul fronte energetico. L’obiettivo è di consentire all’Ucraina «di affrontare l’inverno con le luci accese e al caldo», ha detto l’ex ministra tedesca della Difesa.
Le forze armate russe hanno messo fuori uso circa nove gigawatt (GW) di infrastrutture energetiche ucraine, che secondo la signora von der Leyen corrispondono «all’equivalente energetico dei tre Paesi baltici». L’Unione europea intende ripristinare 2,5 GW di capacità di generazione di energia e aumentare le esportazioni per fornire all’Ucraina altri 2 GW di elettricità. In un rapporto giovedì l’Agenzia internazionale per l’Energia ha definito il prossimo inverno «un test severo» per il paese.
Come detto, i 35 miliardi di euro fanno parte del prestito da 50 miliardi di dollari deciso dal G7. Il denaro verrà raccolto sui mercati, utilizzando come garanzia in parte i profitti degli attivi russi congelati. L’intesa è stata difficile da mettere a punto perché gli Stati Uniti avrebbero voluto che l’operazione avesse prospettive più lunghe, prospettive che almeno per ora la UE non può garantire – attualmente le sanzioni europee sono infatti rinnovate ogni sei mesi.