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Ha fermato e descritto come nessuno mai l’attimo creativo, rendendo sempiterno il gesto di un artista imprescindibile per il ’900 come Lucio Fontana; ha conferito, più d’ogni altro, spessore a afflato alle poetiche pop, fino a diventarne omerico cantore e critico principe; di più, ha tradotto in immagini la poesia di premi nobel e la forza narrativa di scrittori, artisti, giornalisti, intellettuali. Perché Ugo Mulas è stato un artista egli stesso, oltreché fotografo geniale e appassionato testimone della contemporaneità del secondo novecento artistico.
La mostra al Palazzo Reale di Milano “Ugo Mulas. L’operazione fotografica”, costituisce una dettagliata rivisitazione della complessiva opera di questo grande protagonista della fotografia.
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L’interpretazione critica della realtà
Una fotografia che vive e intende non come mera documentazione, ma come testimonianza e interpretazione critica della realtà
Prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte in collaborazione con l’Archivio Ugo Mulas, la mostra comprende 300 immagini che spaziano dal teatro alla moda, dai ritratti di artisti internazionali ai protagonisti della Pop Art americana, architetti e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo – tra i quali Dino Buzzati, Giorgio de Chirico, Marcel Duchamp, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Arthur Miller, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Giorgio Strehler, Andy Warhol fino al nudo e alle vedute metropolitane, fra cui in particolare la sua città d’elezione, l’amatissima Milano, a cui è dedicata un’intera sezione della mostra.
Milano
“Lavorando sul rapporto tra la struttura della città e le cose e le persone ho pensato a un lavoro che ho da tempo in animo di fare: è un lavoro sulla città dove vivo, su Milano […]. La mia idea non è quella di un libro, ma di un archivio, un archivio fotografico della città di Milano”, scriveva ln proposito lui stesso.