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Milioni di europei appiedati per fermare le emissioni nocive delle loro auto? Il ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing , teme che una rilettura del rispetto dei limiti di inquinamento nell’Unione Europea possa portare ad uno stop per otto milioni di veicoli diesel soltanto in Germania. Più, probabilmente, altre decine di milioni nel resto dell’Unione. Attualmente è in corso un procedimento presso la Corte di giustizia europea e Wissing ha chiesto chiarimenti alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen , in quanto la Commissione ha preso una precisa posizione nel procedimento, ovvero che i valori limite si applichino per ogni situazione di guida. Nella lettera indirizzata a von der Leyen, Wissing fa riferimento a una richiesta di interpretazione del diritto Ue della Corte regionale di Duisburg.
Il caso riguarda il rispetto dei limiti di emissione per i veicoli diesel Euro 5. Secondo la normativa Ue, i valori delle sostanze inquinanti devono essere rispettati nei centri di test nelle cosiddette condizioni di prova Nedc (New European Driving Cycle). Per l’omologazione di nuovi veicoli a partire dallo standard Euro 6d-Temp (valido da settembre 2017 e seguito dallo standard definitivo Euro 6d, in vigore da gennaio 2020 e per tutte le nuove immatricolazioni da gennaio 2021, ndr) è in vigore la cosiddetta procedura Rde (Real-Driving Emissions), che può essere utilizzata per mappare determinate condizioni reali oltre al ciclo di prova. La procedura Rde è un test che misura le emissioni inquinanti dei veicoli durante la guida reale su strada, piuttosto che solo in condizioni di laboratorio.
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Questo test è stato introdotto nell’Unione Europea come parte del processo di omologazione dei veicoli per assicurarsi che le emissioni rilevate in laboratorio siano coerenti con quelle prodotte durante la guida quotidiana. L’introduzione è avvenuta in quattro pacchetti, tra il 2015 e il 2018. Ogni pacchetto ha introdotto nuovi elementi e requisiti, come i fattori di conformità per gli ossidi di azoto (NOx) e il numero di particelle (PN), nonché l’inclusione delle emissioni a freddo.
Il test Rde utilizza sistemi portatili di misurazione delle emissioni (Pems) che raccolgono dati durante un viaggio di prova. Un viaggio di prova valido deve includere una varietà di condizioni di guida, come percorsi urbani, rurali e autostradali, con specifici intervalli di durata, velocità e altitudine. Ad esempio, un viaggio valido deve durare tra i 90 e i 120 minuti e coprire almeno 16 km in ciascun tipo di percorso (urbano, rurale e autostradale).
L’obiettivo principale di questa procedura è ridurre il divario tra le emissioni misurate in laboratorio e quelle effettivamente emesse durante la guida reale, contribuendo così a migliorare la qualità dell’aria e garantire che i veicoli rispettino i limiti di emissione stabiliti dalle normative europee. Ma una denuncia dell’ICCT (International Council on Clean Transportation) nel marzo 2023 aveva riportato in auge gli spettri del Dieselgate: ovvero l’uso di dispositivi di manipolazione delle emissioni (defeat devices). L’ICCT è un’organizzazione indipendente che ha avuto un ruolo cruciale nello scandalo del 2015, che ha coinvolto diverse case automobilistiche negli Stati Uniti, in particolare Volkswagen (che ha pagato tra multe e sanzioni circa 30 miliardi di euro), accusate di utilizzare dispositivi di manipolazione delle emissioni per superare i test.