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La Sassonia, uno degli Stati ex-DDR nella Germania dell’Est, si vanta di aver conquistato un primato particolarmente ambito di questi tempi: essere il più importante produttore di semiconduttori in Europa. Un chip europeo su tre proviene dalla “Silicon Sassonia”, una zona all’avanguardia in innovazione microelettronica dagli anni ’60 nei dintorni di Dresda (e non solo) e considerata ora il più grande cluster di chip in Europa.
Joint venture e sostegno pubblico
Non sorprende quindi se oggi, martedì, come riportato da Handelsblatt, C.C.Wei, amministratore delegato dell’azienda di Taiwan TSMC, principale produttore mondiale di chip per computer, poserà nella capitale sassone la prima pietra per dare il via alla costruzione di uno stabilimento per produrre semiconduttori da 300 millimetri. La nuova fabbrica sarà operativa entro il 2027, avrà una capacità produttiva mensile pari a 40.000 wafer e potrà creare 6.000 posti di lavoro in pochi anni. Si tratta di una joint venture tra TSMC e Bosch, Infineon, NXP – queste tre con 10% ciascuna – e costerà oltre 10 miliardi di euro: 5 miliardi saranno sborsati dallo Stato federale.
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Il settore della microtecnologia e dei semiconduttori assorbe notoriamente ingenti quantità di investimenti pubblici e privati. Da qualche anno è scattata una vera e propria gara mondiale al sussidio e all’agevolazione fiscale per potenziare la produzione di chip e wafer. Un recente rapporto da SIA (Semiconductor industry association) e Boston Consulting ha calcolato che gli incentivi pubblici chiave stanziati nei semiconduttori sono ora pari a 52 miliardi di dollari negli Usa, 142 miliardi (equity funds) in Cina, 47 miliardi in Europa, 17,5 miliardi in Giappone, 55 miliardi in Corea del Sud e 16 in Taiwan.
Le opportunità dell’EU Chips Act
In vigore dal settembre 2023, l’EU Chips Act mira a mobilitare investimenti nei semiconduttori attraverso tre strumenti di finanziamento: Invest EU, Bei e Consiglio Europeo per l’Innovazione. La Germania può trarre vantaggio dalle aperture di questa legge europea che consente agli Stati membri di sovvenzionare maggiormente le regioni sottosviluppate: per esempio la Sassonia.
TSMC in effetti non è la sola a puntare su Dresda. Il colosso americano di chip Globalfoundries ha annunciato che raddoppierà il suo impianto nella Silicon Sassony con l’obiettivo di portare la produzione dagli attuali 400.000 a un milione di wafer prodotti annualmente, investendo un miliardo di euro. Ma ha piani ancor più ambiziosi (pianificando investimenti nella zona fino a 8 miliardi), purché lo Stato federale faccia la sua parte, mettendo 4 miliardi di denaro pubblico, per finanziare metà del progetto. Anche Bosch ha deciso di investire un miliardo per costruire a Dresda il primo impianto europeo di produzione totalmente digitalizzata di semiconduttori: un’iniziativa che dovrebbe creare 700 nuovi posti di lavoro. E sempre a Dresda, Infineon intende investire 2,4 miliardi per potenziare la produzione di chips per cellulari e auto. Anche Jenoptik e X-Fab stanno costruendo nuovi impianti o ampliando quelli esistenti nella Silicon Sassony.