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“Gli studi geo-sismo-tettonici dovranno essere costantemente aggiornati integrando le conoscenze sismologiche e storiche con gli aspetti geo-tettonici: nell’ambito della progettazione definitiva, dovrà perciò essere eseguito il confronto con le più aggiornate conoscenze geostrutturali della regione al fine di una ricostruzione integrata della geometria del bacino e della sua posizione nell’ambito delle geostrutture sismogenetiche regionali (le diverse parti dovranno essere rese reciprocamente coerenti)”. Così la Commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente che ha pubblicato sul sito del dicastero il parere numero 19 del 16 novembre scorso, quello che ha acceso semaforo verde alla costruzione del Ponte sullo Stretto: insieme al verdetto della Conferenza di Servizi, ora prenderà la strada del Cipess per l’ultimo passaggio prima di diventare cantiere.
I rilievi
Nelle 685 pagine del documento i tecnici della Commissione hanno snocciolato 62 tra prescrizioni e raccomandazioni che spaziano dalla salute pubblica all’uso delle terre da scavo, passando per l’ambiente marino, la biodiversità e naturalmente i rilievi sismologici. C’è solo un passaggio sul franco navigabile ma si riferisce a modifiche proposte dal committente, Società Stretto di Messina, sul vecchio progetto preliminare dell’opera datato 2023. “Il profilo verticale è stato rialzato, in modo da evitare che in condizioni d’esercizio l’impalcato inflesso del ponte vada a ingombrare il franco minimo di navigazione”, riferisce il committente nei documenti riportati nel parere. E aggiunge: “Il punto critico per la determinazione del profilo verticale è l’estremità del franco di navigazione, posta a 300 m dal centro della campata principale. La modifica del profilo verticale è stata eseguita nella maniera seguente: il lato siciliano della campata principale è stato rialzato verticalmente fino a quota +77,50 m in corrispondenza del punto critico”. I rilievi della Commissione tradotti in prescrizioni andranno ottemperate e inserite nel progetto esecutivo dell’opera.
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Gli studi sismologici
Una prescrizione in particolare si incarica di sottolineare la necessità di prevedere studi sismologici aggiornati e in fase di progettazione esecutiva “presentare uno studio in cui siano maggiormente approfonditi i rilevamenti geologici e geomorfologici, le indagini geofisiche, sismologiche e paleosismologiche, e la caratterizzazione delle faglie, con particolare riferimento alle faglie capaci e ritenibili ancora attive”. Secondo il parere infatti “le fasi previste per l’aggiornamento della pericolosità sismica sono tre: I) analisi di pericolosità classica e avanzata basata su modelli a zone sismogenetiche e/o a griglia; II) analisi di pericolosità in campo vicino basata su faglie; III) selezione degli accelerogrammi reali coerenti con la pericolosità dei siti di costruzione. Il Proponente ha concluso la fase I e sarebbe opportuna la conclusione delle altre due fasi”. Sugli scudi il fronte ambientalista. Per Angelo Bonelli, leader di Avs, “com’è possibile che sia stato espresso un parere positivo con 63 prescrizioni, quando nella prescrizione 34 si chiede di effettuare studi sismici per verificare la presenza di faglie attive e capaci, come indicato dallo studio Ithaca dell’Ispra?”. E anche il Wwf parla di “un parere contraddittorio e problematico dal momento che gli impatti ambientali dell’opera sono innegabili”. Ma per il committente, la Società Stretto di Messina, le prescrizioni della Commissione consistono in richieste di “approfondimenti, non c’è nessun allarme di possibili problemi geologici che possano comportare problematiche di fattibilità dell’opera”, ha sottolineato il suo ad Pietro Ciucci. “Delle 62 prescrizioni, 60 saranno verificate in sede di approvazione del progetto esecutivo e due addirittura dopo l’entrata in esercizio del Ponte, così come stabilito dalla Commissione di Via”, ha aggiunto l’ad.
Effetti sulla salute
Tra le raccomandazioni dell’organismo del Mase ci sono anche rilievi sugli impatti sulla salute. Il parere richiama le affermazioni della Stretto di Messina in merito alla quantificazione di questo aspetto e cioè “che allo stato attuale essendo disponibili solo stime risalenti a dieci anni fa, stime che verranno aggiornate in fase di PE relativamente agli impatti sulla qualità dell’aria (Documento AMV0506_F0) e sul rumore (Documento AMV0311_F0), e procederà, di conseguenza a rivalutare gli impatti sulla salute con i dati aggiornati”. La Commissione replica però di ritenere opportuno “che, nelle successive fasi progettuali, una volta ottenuti i dati sanitari richiesti dalla Asl di Reggio Calabria, il Proponente completi la caratterizzazione dello stato attuale di salute della popolazione dei comuni interessati considerando anche i dati sulla morbilità che attualmente risultano mancanti e che, sulla scorta di questo, rimoduli opportunamente l’analisi degli impatti sulla salute umana per la fase di cantier ee di esercizio in riferimento alle tematiche ambientali maggiormente correlate con la salute umana (Atmosfera e Rumore)”.
Effetti economici
Nelle 685 pagine di osservazioni ci sono anche considerazioni sugli effetti economici e sulla remuneratività del Ponte. Il committente segnala che “remunerati tutti i fattori produttivi al tasso del 3% reale (il Ponte, ndr) è in grado di generare un valore attuale netto economico di 3,9 miliardi”. La Commissione rileva che “i benefici maggiori sono legati ai costi di viaggio e trasporto connessi al risparmio di tempo per i passeggeri e le merci, con un valore attuale di 8,8 miliardi, e i benefici relativi alla riduzione dei costi esterni dovuti alle emissioni di gas serra, che al netto delle emissioni prodotte in fase di cantiere, ha un valore attuale di 5,2 miliardi”. E aggiunge che “ancora una volta, nonostante le osservazioni critiche delle parti sociali, non si può ridiscutere la riduzione dei tempi di viaggio in modo scientifico perché non ci sono gli elementi puntuali per poterlo fare”. Si tratta secondo l’organismo di “una variabile molto importante per la valutazione finale dei benefici dell’opera”. Le varie ipotesi sul tavolo, poi, “tengono conto di una potenziale riduzione della domanda del 10% e di un aumento dei costi dell’opera del 26%” e anche in questo caso la valutazione non cambierebbe. Ma, rileva la Commissione, “non è stata però valutata un’ipotesi in cui vi sia la riduzione della domanda di trasporto e l’aumento dei costi di costruzione simultaneamente. L’analisi di sensitività combinata di domanda e costi avrebbe consentito una comprensione più efficace e solida dei risultati ottenuti”.