Lo sciopero dei trasportatori del
Perù oggi ha bloccato la capitale Lima, nonostante l’annuncio
del governo secondo cui solo una parte minoritaria del settore
avrebbe incrociato le braccia.
Gli autisti di bus, taxi e camion hanno invece scioperato in
massa, sebbene l’Associazione del trasporto urbano (Atu) di Lima
e del Callão, il più grande porto peruviano, avesse assicurato
alla vigilia che oltre 400 aziende avrebbero lavorato: molte
strade della capitale erano semideserte, con grandi disagi per i
passeggeri.
Il presidente della Confederazione nazionale dei
trasportatori del Perù, Miguel Ángel Palomino Pedraza, ha
chiesto ai deputati di non tradirli durante una sessione
straordinaria del Parlamento dove si discutono misure per
fermare la violenza in strada.
Contemporaneamente nel centro di Lima le proteste contro
l’insicurezza, alle quali hanno partecipato anche molti
commercianti che hanno abbassato le saracinesche dei negozi,
sono state represse con gas lacrimogeni dalla Polizia peruviana
(Pnp).
Un folto gruppo di trasportatori urbani, formali e informali,
ha annunciato poco fa che se il Parlamento non accoglie le loro
rivendicazioni stanotte paralizzeranno le loro attività per
altri due giorni, fino a sabato 12 ottobre.
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