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BRUXELLES – Mai a memoria d’uomo un presidente della Commissione europea si era azzardato a criticare in pubblico e così aspramente un capo di governo. È accaduto in Parlamento a Strasburgo. Ursula von der Leyen ha avuto parole durissime contro il premier ungherese Viktor Orbán, soprattutto per via del suo viaggio a Mosca in luglio, in piena guerra ucraina e violando la coesione tra i Ventisette. Il rapporto tra Budapest e Bruxelles è ormai profondamente degradato.
«C’è un solo modo per raggiungere una pace giusta per l’Ucraina e per l’Europa: dobbiamo continuare ad aiutare l’Ucraina con un sostegno politico, finanziario e militare», ha affermato la signora von der Leyen. «Ci sono ancora alcuni che danno la colpa di questa guerra non all’invasore ma all’invaso. Non alla brama di potere di Vladimir Putin, ma alla sete di libertà dell’Ucraina. Quindi vorrei chiedere loro: avrebbero mai incolpato gli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956?».
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La critica contro il premier Orbán salta agli occhi. E non è stata l’unica. «Invece di cercare fonti alternative, uno Stato membro in particolare ha cercato modi alternativi per acquistare combustibili fossili dalla Russia», ha precisato ulteriormente la signora von der Leyen, riferendosi nuovamente all’esperienza ungherese. «La Russia ha dimostrato più volte di non essere un fornitore affidabile. Quindi non ci possono essere più scuse». Insomma, Budapest metterebbe a rischio la sicurezza europea.
In questo senso, la presidente della Commissione europea ha puntato il dito contro la politica ungherese dei visti facilitati per i cittadini russi e contro la presenza della polizia cinese in territorio ungherese (casi simili si sono registrati in Olanda e in Italia). La signora von der Leyen ha anche accusato l’Ungheria di «allontanarsi dal mercato unico», tassando le imprese non ungheresi con aliquote più elevate. Budapest è oggetto di non poche procedure di infrazione, non solo sullo Stato di diritto.
Viktor Orbán ha risposto punto per punto. Ha ricordato che la Commissione deve essere «neutrale» ed è la «guardiana dei Trattati», mentre è diventata, a suo dire, «un’arma politica». Ha accusato la sua interlocutrice di fare «pura propaganda politica», aizzando contro di lui la reazione di molti eurodeputati che hanno accolto il premier ungherese in aula con dei cartelli su cui era scritto: «Democratici contro autocrati». Altri hanno cantato “Bella Ciao” alla fine del dibattito.