Tempi ancora lunghi
Macron sceglierà il primo ministro «alla luce di questi principi». Non subito, quindi: «Questo presuppone di lasciar tempo alle forze politiche per costruire questi compromessi con serenità e rispetto di ognuno. Da qui e fino ad allora il Governo attuale continuerà a esercitare le sue responsabilità poi sarà in carica degli affari correnti come vuole la tradizione repubblicana».
«Una nuova cultura politica»
«Domenica scorsa – conclude la lettera – aveva chiesto l’invenzione di una nuova cultura politica francese. Su questo io veglierò. Nel vostro nome, ne sarò il garante». Con un approccio un po’ paternalistico, che fa parte però del dna del semipresidenzialismo francese, Macron vuole evitare che il risultato delle elezioni del 2024 permetta solo di guadagnare un po’ di tempo contro l’ascesa della destra illiberale di Marine Le Pen e, senza evocarla, della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon. Per se stesso, ritaglia un compito nuovo, scritto nella Costituzione, ma presto dimenticato in un processo di progressiva “presidenzializzazione” del sistema: quello di vigilare «sul rispetto della costituzione» e di assicurare «facendo da arbitro, il funzionamento regolare del poteri pubblici».
I deputati Ensemble con Attal: ampia coalizione
La lettera del presidente è stata preceduta da una presa di posizione degli eletti di Renaissance, su X, a favore di «una coalizione di progetto che vada dai socialdemocratici alla destra del Governo», e che escluda La France Insoumise. Gli eletti si sono quindi inseriti con decisione nella contesa tra il primo ministro Gabriel Attal, favorevole alla coalizione ampia, e quella del ministro degli Interni Gèrald Darmanin, che invece puntava – con il sostegno soprattutto del ministro dell’Economia Bruno Le Maire – a un accordo con i soli Républicains, a destra.
Horizons invoca l’intervento di Hollande
Anche gli alleati di Renaissance iniziano a aprirsi all’idea di un governo ampio: il presidente del gruppo Horizons, Laurent Marcangeli, ha invitato l’ex presidente François Hollande, a dar vita a un «accordo molto temporaneo che possa giungere fino all’anno prossimo» che parta dai gollisti e arrivi ai socialdemocratici anche se «si possono aprire colloqui anche con il Partito comunista e gli ecologisti». «Non si può fare un governo di unione nazionale con un campo solo», ha aggiunto François Bayou, leader di MoDem.
Le inquietudini dei gollisti
La lettera del presidente in qualche modo tronca quindi i tentativi di accordo limitati alla destra. Tra i gollisti, anche Xavier Bertrand e Bruno Retailleau avevano dichiarato la loro disponibilità ad allearsi con i macroniani, purché il governo fosse guidato da un Républicain, mentre Laurent Wauquiez, eletto presidente del gruppo parlamentare “Destra repubblicana” è stato molto più rigido: «Per noi non ci sarà né coalizione né compromesso», ha detto prima della pubblicazione della lettera del presidente. «Non parteciperemo a coalizioni di governo», ha aggiunto: «Non crediamo che si possa rispondere alla crisi di un Paese con una combinazione di apparati».