Il simbolo, il nome e la regola del doppio mandato rappresentano tre “pilastri imprescindibili” e “non negoziabili” del Movimento 5 Stelle. Lo mette nero su bianco Beppe Grillo, garante e “custode dei valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle”, in una lettera indirizzata agli attivisti, ai portavoce e ai sostenitori pentastellati e pubblicata sul suo blog. “Ci troviamo a un crocevia fondamentale nella nostra storia, in cui dobbiamo riflettere sulle nostre radici e su ciò che ci ha unito sin dall’inizio”, scrive il cofondatore del M5S, che a proposito del simbolo osserva: “Non è solo un segno grafico, è un richiamo al cambiamento, è l’emblema di un’intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi”.
“Un partito politico – mette in guardia il comico – non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato”.
Grillo blinda il nome della ‘sua’ creatura politica: “Nella vita ci possono essere molte trasformazioni, ma il nome rimane un ancoraggio, un richiamo costante alla nostra essenza più vera. MoVimento 5 Stelle è il nome che ci ha guidato verso risultati concreti, difenderlo significa difendere la nostra storia e il nostro diritto di essere riconosciuti per ciò che siamo, ieri, oggi e domani”.
Uno dei passaggi più significativi dell’intervento del garante è dedicato alla difesa della regola del doppio mandato: “La politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione. Trasformare l’impegno politico in una professione perpetua – rimarca Grillo – significa tradire la fiducia dei cittadini e sprofondare nel pantano della mediocrità e dell’opportunismo. Limitare i mandati significa restituire al popolo la sovranità che gli spetta, è un presidio di democrazia, impedisce che pochi individui si arroghino il diritto di governare in eterno”. “Questo ricambio garantisce che la politica sia sempre animata da nuove energie, idee fresche e prospettive diverse, preservando così la sua natura dinamica e democratica. E’ un argine contro la degenerazione del potere e un invito costante al rinnovamento, per evitare che la politica si trasformi in un recinto chiuso, distante dalle vere esigenze di chi davvero ha bisogno”, prosegue l”Elevato’.
“Questi tre nostri pilastri – scrive sempre Grillo – non sono in nessun modo negoziabili, e non possono essere modificati a piacimento. Sono il cuore pulsante del MoVimento 5 Stelle, il nostro faro nella tempesta. Cambiarli significherebbe tradire la fiducia di chi ha creduto in noi, di chi ha lottato con noi, di chi ha visto nel MoVimento l’unica speranza di cambiamento reale”. Ai sostenitori del M5S, in vista della prossima assemblea costituente, Grillo chiede quindi “di riflettere profondamente, di ascoltare la vostra coscienza. In questo momento cruciale non possiamo permetterci di smarrire la nostra rotta. Custodiamo e proteggiamo ciò che abbiamo costruito insieme. Il MoVimento è e deve rimanere una forza di cambiamento autentico, e per farlo, dobbiamo rimanere fedeli ai nostri principi fondativi”, conclude.
Il diktat di Grillo scuote il Movimento, Maiorino: “Non ha più niente da dire”
Il post pubblicato da Beppe Grillo scuote l’agosto del Movimento 5 Stelle. L’intervento del garante sta turbando non poco la truppa dei parlamentari, creando scompiglio tra i deputati e i senatori più vicini all’ex presidente del Consiglio, preoccupati che la presa di posizione del comico possa pregiudicare il percorso del Movimento verso la fase costituente.
“Tutte le più grandi e belle filosofie classiche sono morte di dogmatismo, penso ad Epicuro e ad Aristotele in particolare”, commenta con l’Adnkronos Alessandra Maiorino, senatrice alla seconda legislatura e vicepresidente vicaria del gruppo M5S a Palazzo Madama. “Quando ci si rinchiude nel dogmatismo – rincara Maiorino – vuol dire che non si ha più niente da dire. Ad ogni modo c’era da aspettarselo: quel post non ci sorprende minimamente…”. La dichiarazione della senatrice M5S figura come un’eccezione, perché il ‘no comment’ è in questo momento la risposta più gettonata tra big e parlamentari di lungo corso quando viene chiesto loro di esprimersi su Grillo.
Plaude invece al post del co-fondatore l’ex senatore Danilo Toninelli, attualmente membro del collegio dei probiviri: “Parole sante di Beppe Grillo!”, esulta il ministro delle Infrastrutture del primo governo Conte. “Al M5S serve solo un ritorno al futuro, non un ritorno al passato, cioè una trasformazione anche formale in un partito come tutti gli altri. Il Movimento – aggiunge Toninelli – deve mantenere la sua identità e la sua diversità, senza snaturarsi”.