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Il tentativo di omicidio. La sostituzione del candidato all’ultimo minuto. Sondaggi altalenanti. Cos’altro può succedere in questa turbolenta campagna elettorale americana? Gli investitori, da Bologna a Boston, temono il peggio. Tuttavia, alle azioni globali non interessano questi drammi. Il venir meno dell’incertezza dovrebbe favorirle fino alla fine dell’anno, spingendo al rialzo anche il Ftse MIB.
La correlazione con Milano
Nelle mie previsioni per il 2024 ho illustrato come gli anni elettorali negli Stati Uniti sostengano i mercati. Le azioni statunitensi sono cresciute in media dell’11,4% in USD nell’83% degli anni elettorali dal 1925. I mercati mondiali, fortemente correlati, hanno seguito questa tendenza. La correlazione tra le azioni americane e quelle mondiali non americane è pari a 0,83; un livello altissimo se considerate che 1,00 indica un movimento identico e -1,00 l’esatto opposto. La correlazione con il MIB è 0,70 e 0,80 con l’Eurozona: un valore molto alto.
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Il rialzo del 2024
Le azioni americane si sono apprezzate ampiamente nel primo semestre 2024. Lo stesso hanno fatto il Ftse MIB e i mercati mondiali. Luglio ha portato turbolenze estive e la correzione di Piazza Affari, ma il rimbalzo dovrebbe proseguire. Siamo in una fase di incertezza. I colpi di scena, la retorica dei candidati e le personalità in gioco attirano l’attenzione mediatica, ma presto ci sarà un vincitore e sarà fatta chiarezza, favorendo i mercati.
La repulsione per l’incertezza
I mercati azionari detestano le incognite che frenano l’assunzione di rischi. Nelle prime fasi degli anni elettorali l’incertezza abbonda. E così i candidati. Gli aspiranti alle primarie si concentrano sulla base più estremista, con idee altrettanto estreme, aumentando l’incertezza. Nella prima metà degli anni elettorali, l’indice S&P 500 americano registra in media solo il +2,8% in USD. Tuttavia, nella seconda metà l’incertezza viene meno. I mercati azionari adorano questa fase. Vengono annunciati i partecipanti, seguiti dai candidati alla vicepresidenza e dai programmi politici. La retorica si placa quando i candidati “corteggiano” gli indipendenti e i sondaggi indicano la strada per la vittoria.
Anche il Congresso prende parte alla campagna e l’attività legislativa rallenta. Questa inattività e la minore incertezza alimentano l’indice S&P 500, che nella seconda metà degli anni elettorali registra in media il + 9,2%.