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Parte la stagione degli utili trimestrali a Wall Street con l’attenzione puntata sui risultati delle grandi banche statunitensi. Oggi il primo assaggio, con i conti di JP Morgan, Wells Gargo e Citi.
JP Morgan
Nel secondo trimestre JP Morgan Chase ha visto balzare i profitti, superando le previsioni degli analisti, grazie anche al solido andamento dell’investment banking e a un guadagno contabile di 8 miliardi legato a un accordo di scambio di azioni con Visa. La maggiore banca americana ha riportato un utile netto di 18,15 miliardi di dollari, 6,12 dollari per azione, in rialzo del 25% rispetto ai 14,47 miliardi, 4,75 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. L’utile adjusted è stato di 4,40 dollari per azione. I ricavi si sono attestati a 50,2 miliardi di dollari, in rialzo del 22% rispetto ai 41,3 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso (su base managed il giro d’affari è stato di 50,99 miliardi, in rialzo del 20%). Gli analisti attendevano in media profitti per 4,19 dollari per azione, con ricavi per 42,34 miliardi.
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Il costo del credito si è attestato a 3,1 miliardi di dollari, compresi oneri straordinari per 2,2 miliardi e 821 milioni destinati alle riserve. I prestiti medi sono cresciuti del 6% anno su anno, comprendendo First Republic, la cui acquisizione è stata completata a maggio 2023, mentre i depositi medi sono calati dell’1% su base annuale. Le masse in gestione sono cresciute del 15% a 3.700 miliardi.
«Sebbene le valutazioni di mercato e gli spread di credito riflettano un outlook economico abbastanza positivo, continuiamo a essere vigili sui potenziali rischi di battuta d’arresto» ha detto l’amministratore delegato di JpMorgan, Jamie Dimon.
Citigroup
Citigroup ha chiuso il secondo trimestre con profitti e ricavi in aumento, rispettivamente del 10% e del 4%, superando le previsioni degli analisti, in particolare grazie «a una crescita generalizzata di tutti i business, in particolare delle attività bancarie e di quelle legate ai mercati». Nei tre mesi a giugno, la banca newyorkese ha riportato profitti netti per 3,21 miliardi di dollari, 1,52 dollari per azione, contro i 2,9 miliardi, 1,33 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso, «grazie all’incremento dei ricavi e al calo delle spese, parzialmente bilanciati dall’aumento dei costi del credito» per circa 2,5 miliardi, contro gli 1,8 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. I ricavi si sono attestati a 20,1 miliardi, dai 19,4 miliardi precedenti. Gli analisti in media attendevano un utile di 1,39 dollari per azione con ricavi per 19,6 miliardi.