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Il 13 ottobre è la 74esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. «L’Italia rivolge il pensiero alle persone che hanno perso la vita o subito infortuni e malattie a causa del proprio lavoro. Oggi è un giorno di riflessione, ricordo e di rinnovato impegno. La sicurezza sul lavoro è una priorità permanente per la Repubblica. Ogni vita persa, ogni vita compromessa chiama un impegno corale per prevenire ulteriori perdite della salute e della dignità di chi lavora». È quanto ha scritto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato all’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
Mattarella: «Lavoro non può costituire un rischio per la propria incolumità»
«La sicurezza sul lavoro, oltre che una prescrizione costituzionale – prosegue il capo dello Stato -, è anzitutto una questione di dignità umana. Garantire condizioni di lavoro sicure significa rispettare la vita e il valore di ciascuna persona, perché il lavoro è luogo di crescita e realizzazione personale e non può costituire un rischio per la propria incolumità».
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«Lavoro e sicurezza sono diritti inscindibili»
«Rinnovo oggi la vicinanza della Repubblica – ha concluso – alle famiglie di quanti hanno perso un proprio caro a causa di incidenti sul lavoro e un sentito apprezzamento alle attività dell’ANMIL, che da decenni contribuisce a promuovere la cultura della sicurezza, dando voce alle vittime e fornendo sostegno alle loro famiglie in momenti di grande difficoltà. Lavoro e sicurezza sono diritti inscindibili».
Calderone: 400mila patenti a punti, finito tempo dei furbetti
Sono già 400mila le imprese che lavorano nei cantieri e che in meno di due settimane hanno chiesto la patente a punti e con questo strumento «è finito il tempo dei furbetti». È quanto ha affermato la ministra del Lavoro Marina Calderone in occasione della 74esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro organizzata dall’Anmil. La ministra ha annunciato anche un’azione ispettiva specifica che è in corso per «verificare quelli che sono gli attestati che vengono consegnati quando bisogna esibire la prova dell’avvenuta formazione sulla sicurezza. Abbiamo ancora tantissimo lavoro da fare», ha detto sostenendo la necessità anche di aggiornare la normativa sulla sicurezza che non rispecchia ora un mondo del lavoro profondamente cambiato.
Anmil, «basta vittime sul lavoro, la sicurezza sia priorità»
«Nonostante la grave recrudescenza del fenomeno infortunistico, ad oggi la sicurezza nei luoghi di lavoro non riceve la giusta considerazione, dovrebbe invece rappresentare una priorità», ha sottolineato il presidente nazionale dell’Anmil, Emidio Deandri. la giornata di oggi è l’«occasione per sensibilizzare sul tema le forze politiche, stimolando riflessioni e assunzioni di un impegno concreto per il futuro, al fine di arginare morti e infortuni sul lavoro e malattie professionali». «Certo è che tre morti al giorno sul lavoro, ai quali però ci si dimentica di aggiungere i circa cinque decessi quotidiani per malattie professionali, sono cifre che sostanzialmente non cambiano rispetto anche a dieci anni fa», ha sottolineato, mentre «la tutela delle vittime è ferma al 1965». E «senza considerare che non fanno parte di queste statistiche – ha continuato – gli appartenenti alle forze dell’ordine, le partite Iva e tutti i soggetti non assicurati dall’Inail».