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Quasi 2,6 milioni di abitanti, quartultimo per ricchezza pro capite tra i Länder tedeschi e undicesimo per Pil complessivo: in condizioni normali, le elezioni in Brandeburgo di domenica 22 settembre passerebbero sotto traccia.
Nella Germania di questi tempi, però, c’è poco di normale: l’economia ristagna, la sua industria arretra e l’azienda simbolo del Paese, Volkswagen, minaccia licenziamenti di massa e chiusura di stabilimenti nel Paese; la marea nera di Alternative für Deutschland, che per anni si è gonfiata a Est, sembra come non mai sul punto di travolgere i partiti tradizionali, affiancata dal sovranismo rosso-bruno di sinistra capitanato dall’Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw); sotto i colpi della retorica populista e dell’opportunismo elettorale, la politica della porta aperta di Angela Merkel è ridotta quasi a un fastidioso ricordo, da cui liberarsi a colpi di strette su migranti e richiedenti asilo.
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Scholz alla resa dei conti
Un Paese sull’orlo della crisi di identità: così, anche le elezioni nel piccolo Brandeburgo sanno di resa dei conti. Possono diventarlo soprattutto per il cancelliere Oalf Scholz: la sua Spd crolla nei sondaggi, come gli alleati della coalizione semaforo (Verdi e Liberali). La compagine è reduce dalle nette sconfitte alle elezioni europee e poi in Sassonia e Turingia, dove solo la Cdu ha tenuto tra i partiti storici, mentre la Afd ha incassato risultati storici, come pure la Bsw.
Un’atra sconfitta rafforzerebbe la fronda interna alla Spd, che si chiede perché tenersi Scholz come alfiere, in vista delle elezioni del 2025. L’alternativa sarebbe già pronta: il ministro della Difesa, Boris Pistorius, il politico attualmente più popolare in Germania, con il 30% dei consensi, secondo un recente sondaggio dell’istituto Forsa, che lascia l’attuale cancelliere appena al 9%.
Roccaforte a Est
Il Land che circonda Berlino è una storica roccaforte dei socialdemocratici nella Germania orientale, lo governano dalla riunificazione. Questa volta, però, sono costretti a inseguire: nel sondaggio pubblicato il 19 settembre dall’istituto di analisi elettorale Forschungsgruppe Wahlen di Mannheim, c’è l’ultradestra in vantaggio con il 28% dei consensi, un punto in più della Spd. La rilevazione dell’istituto Insa, del 17 settembre, assegna alla Afd tre punti di scarto (28 a 25).