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Dopo la California il Brasile. Il magnate sudafricano Elon Musk ha annunciato la chiusura degli uffici di X in Brasile. In un comunicato, il social fa sapere che chiuderà gli uffici nel Pase in seguito alle decisioni del giudice Alexandre de Moraes, del Tribunale supremo federale, che ha chiesto il blocco di profili sulla piattaforma.
Le battaglie di Musk
Il social continuerà tuttavia ad essere disponibile per gli utenti. “A causa delle richieste della ’Giustizia’ di Alexandre De Moraes in Brasile che ci impongono di infrangere (in segreto) le leggi brasiliane, argentine, americane e internazionali, X non ha altra scelta che chiudere le nostre operazioni in Brasile”, scrive Musk. Una vicenda che segue di poche settimane quella che riguarda la California e un altro contenzioso del miliardario fondatore di Tesla. A metà luglio Musk ha annunciato su X che sposterà la sede dell’azienda aerospaziale SpaceX e del social network X, l’ex Twitter, in Texas per protestare contro l’approvazione di una legge sugli studenti transgender, promulgata nelle scorse ore in California.
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Musk recentemente ha assunto diverse posizioni del Partito Repubblicano su immigrazione, diversità e istruzione. «Questa è l’ultima goccia», ha scritto l’imprenditore di origini sudafricane, giustificando la sua decisione con l’approvazione di questo testo «e di molti altri che lo hanno preceduto» e che «attaccano le famiglie e le imprese».
Le motivazioni
Quanto al Brasile, «De Moraes ha scelto di minacciare il nostro personale in Brasile invece di rispettare il giusto processo», ha dichiarato l’azienda in una dichiarazione rilasciata sabato, che include la recente lettera del giudice. «Siamo profondamente rattristati per essere stati costretti a prendere questa decisione, la cui responsabilità ricade unicamente su Alexandre de Moraes”» ha dichiarato. Le azioni del giudice «sono incompatibili con un governo democratico. Il popolo brasiliano deve scegliere: la democrazia o Alexandre de Moraes», conclude la società. Il governo brasiliano ha rimproverato la società statunitense per la sua decisione attraverso il segretario alle Politiche digitali, João Brant, che ha sottolineato come X abbia ignorato diversi ordini del tribunale con un atteggiamento “patetico”. «Stanno imponendo una sanzione e cercando di far sostenere al Stf il peso politico di una decisione che ha una base commerciale», ha affermato.