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Maggioranza e governo si ricompattano sulla riforma della custodia cautelare in carcere. Dopo qualche “strappo” registrato sulla questione carceri e sull’efficacia del decreto messo in campo dall’Esecutivo, da Largo Arenula si fa sapere che il prossimo provvedimento della giustizia riguarderà la modifica della disciplina per il carcere preventivo. Lo aveva detto il Guardasigilli, Carlo Nordio, durante il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi mentre il Parlamento votava il decreto sull’ emergenza carceraria. E lo conferma ora anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che, in un’intervista a Il Corriere della Sera, parla di “un’ipotesi” allo studio, di “una sensibilità innescata dalla vicenda Toti”, pur assicurando però che, al momento, di testi scritti “non ce ne sono”. “Valuteremo bene, con prudenza, senza particolare urgenza”, dichiara. Anche se nel centrodestra si assicura che i vari uffici legislativi siano “già al lavoro”.
I provvedimenti in Parlamento
Perché, oltre al fatto che una riforma ci sarà, l’altra cosa certa è che sarà un progetto di legge del governo e non di iniziativa parlamentare. In realtà, tra Camera e Senato, di provvedimenti sul tema ce ne sono circa una decina. Uno appena presentato da Tommaso Calderone (FI) alla Camera; 2 da Davide Bellomo (Lega); uno da Pietro Pittalis (FI); uno di Roberto Scarpinato (M5S) al Senato; uno di Roberto Magi (+Eu); uno da Edmondo Cirielli (FDI) a inizio legislatura; ben 3 da Enrico Costa (Azione). In quasi tutti, si spiega che tra i motivi per cui si rende “necessario intervenire”, c’è il “sovraffollamento”, visto che “oltre il 20% dei detenuti è in regime di carcerazione preventiva” anche per colpa di “abusi” nell’applicazione della norma. «E’ da tempo che noi di FI diciamo che si deve intervenire – spiega Calderone – perché il concetto di rischio di reiterazione del reato, uno di quelli per il quale si dispone la custodia cautelare, è troppo vago. La norma va intesa in modo molto più stringente». E non sarebbe stato il caso di Giovanni Toti ad accelerare la riforma, spiega perché “in Italia ci sono migliaia di Toti in questo momento”.
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La posizione della Lega
La posizione è molto simile anche a quella della Lega che, sulla necessità di rivedere l’articolo 274 del codice di procedura penale, cioè quello sulle misure cautelari – come ricordato anche dalla responsabile Giustizia del partito e presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno – aveva presentato un referendum nel 2022 che aveva visto Nordio presidente del Comitato promotore. Dal ministero, comunque, si spiega, arriverà, non solo un progetto di legge per riformare la norma, ma anche un piano per contrastare l’elevato numero di suicidi tra i detenuti e gli agenti. A fornire un po’ di dati sul fatto che i “magistrati che sbagliano” non “pagano quasi mai” è sempre Costa che riporta i dati del ministero secondo i quali “le sanzioni disciplinari” vengono comminate ai giudici per “abusi della custodia cautelare” nello “0,2% degli errori. Cioè quasi mai”.