articolo apparso sul numero di luglio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Con la bozza di riforma dell’imposta di successioni e donazioni in materia di trust, si completa un iter normativo che contribuisce a fare chiarezza sul momento impositivo dei trust e fornisce spunti di riflessione in tema di pianificazione successoria. Approfondiamo l’argomento con l’avvocato Diana Palomba di Ingad Trust, un trustee professionale specializzato in tutela patrimoniale e passaggio generazionale.
“Come noto, nell’annoso dibattito in materia di momento impositivo (tassazione in entrata con il conferimento in trust dei beni o in uscita e l’attribuzione ai beneficiari, ndr), l’Agenzia delle entrate aveva finalmente chiarito il principio della tassazione in uscita con la circolare 34/E del 2022, uniformandosi a un orientamento ormai consolidato della Corte di Cassazione”, spiega Palomba. “La riforma in oggetto dà invece la possibilità al contribuente di scegliere la tassazione in entrata al momento del conferimento. Questo può rappresentare un’opportunità in materia di pianificazione fiscale: con la tassazione in entrata, si potrà avere l’applicazione delle attuali aliquote fiscali di imposta, ancora molto convenienti, sui valori attuali, evitando così incrementi derivanti da possibili aumenti futuri”.
Considerando il trust come strumento di gestione del passaggio generazionale, sono diversi i vantaggi. “Pensiamo alla possibilità di ottenere l’esenzione totale dall’imposta di successione e donazione, nel caso in cui vi sia la prosecuzione dell’attività di impresa”, dice Palomba. “Da sottolineare, poi, una transizione graduale e organizzata nella proprietà e nella gestione dell’azienda, pianificando il cambio di redini con il trustee, che agisce nell’interesse dei beneficiari designati e consente al beneficiario più adatto di assumere la guida. Vediamo imprenditori che conferiscono la società di famiglia in trust stabilendo le regole per il trasferimento a uno o più dei beneficiari. In aggiunta, laddove i beneficiari non fossero ancora in grado di gestire l’azienda e non vi fosse più il disponente, il trustee potrebbe gestire i beni secondo le indicazioni del disponente, fino al momento in cui non ci sia un beneficiario in grado di prendere il controllo”.
In sostanza, la bozza di riforma in oggetto rende ancora più interessante lo strumento del trust, confermandone la grande versatilità, nonché la possibilità di utilizzo in una molteplicità di situazioni per ottenere, tra l’altro, protezione e segregazione patrimoniale.
L’articolo Come la bozza di riforma sull’imposta di successioni e donazioni può cambiare il trasferimento del patrimonio è tratto da Forbes Italia.