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(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Seduta con gli indici in ordine sparso per le Borse europee mentre Wall Street ripiega dai massimi dopo i record. Non bastano quindi le buone trimestrali arrivate dagli Stati Uniti per spingere ancora al rialzo i listini mondiali, mentre nel Vecchio Continente si inizia a concentrare l’attenzione sulla riunione della Bce in calendario giovedì, con Francoforte che dovrebbe proseguire nella riduzione del costo del denaro con un altro taglio ai tassi d’interesse. La seduta è stata segnata dalle quotazioni in picchiata del prezzo del petrolio, sulla scia delle preoccupazioni per la tenuta della domanda e dopo che secondo ricostruzioni di stampa non ci sarebbe l’intenzione da parte di Israele di colpire obiettivi petroliferi iraniani.
Sull’azionario europeo, quindi, vendite sui titoli oil e delle materie prime, che hanno appesantito i listini, ma hanno perso terreno anche i tecnologici, con il crollo di Asml (-14,4%) ad Amsterdam dopo i dati che hanno mostrato una inattesa debolezza degli ordini. Il colosso dei chip ha anche tagliato le stime delle vendite 2025.
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Wall Street ripiega dai massimi, trimestrali banche sopra le attese
Wall Street chiude in calo, con l’S&P 500 che cede lo 0,76% a 5.815,3 punti un giorno dopo aver stabilito un massimo storico per la 46esima volta quest’anno, mentre il Nasdaq perde l’1,01% a 18.315,59 punti e il Dow Jones lo 0,75% a 42.740,62 punti. Dopo i risultati di JPMorgan Chase e Wells Fargo, la scorsa settimana, anche Bank of America ha battuto le stime sebbene gli utili siano in calo. E’ balzato del 45% l’utile netto di Goldman Sachs che ha raggiunto i 2,99 miliardi di dollari, profitti in calo ma oltre le stime per Citigroup, con l’aumento del costo del credito (+45% a 2,67 miliardi) compensato dalla crescita dei ricavi e dalla riduzione delle spese operative (-2% a 13,25 miliardi).
Intanto, sul fronte macro, l’indice manifatturiero Empire State di ottobre ha mostrato un’inattesa contrazione del settore, registrando un dato a -11,9 punti, dopo che in settembre si era registrato un vero e proprio balzo, in un terreno finalmente in espansione dopo nove mesi di dati negativi.
A Milano petroliferi in coda, bene le utility
A Piazza Affari come nel resto d’Europa i titoli oil scivolano in fondo al listino: -2,72% Eni, -2,54% Saipem, -1,76% Tenaris. In cima al Ftse Mib, in luce Tim (+2,07%), spinta dai conti migliori delle attese della compagnia di tlc Ericsson (+10,78%) a Stoccolma. Bene i titoli difensivi, tra cui le utility (Hera +1,83% e A2a +1,31%). Contrastato il comparto bancario, con Bpm in rialzo dell’1,74% grazie all’upgrade di Deutsche Bank, mentre terminano in rosso Mps (-1,39%) e Popolare di Sondrio (-0,83%). In coda al listino termina St (-3,17%) in scia alla debolezza del settore tech dopo il profit warning inaspettato dell’olandese Asml (-13%).