A Piazza Affari banche protagoniste, accoglienza fredda per il piano di Enel
A tenere banco a Milano è sempre il risiko bancario, che spinge in testa Banco Bpm (+3,4% nonostante lo stacco cedola) e Bper (+2,3%). Bene la Popolare di Sondrio (+2,4%), Mps (+1,8%), in attesa che si chiariscano gli scenari sul terzo polo, e ancora Tim (+2,1%). In fondo DiaSorin (-2,6%). Le vendite hanno penalizzato, tra gli altri, Interpump (-2,5%), St (-2,1%) e Recordati (-1,2%) che risente della cedola. Tra i titoli che hanno scaccato il dividendo anche UniCredit (-0,5%), Terna (-0,3%) e Poste sulla parità, mentre si registra +0,4% per Eni e Mediobanca, +0,7% per Intesa, +0,8% per Tenaris e +1,3% per Banca Mediolanum. Accoglienza fredda del mercato per Enel (-1,3%) nel giorno del piano industriale. Gli obiettivi contenuti nel progetto sono risultati in linea con le attese degli analisti: «Il piano Enel non presenta stravolgimenti rispetto alle direttive triennali presentate solo 12 mesi fa. Enel rimane focalizzata su Reti, Europa e generazione di cassa con un miglioramento della dividend policy (base garantita di 0,46 euro) e numeri attesi sostanzialmente in linea con le stime di mercato», hanno commentato, ad esempio, gli analisti di Equita, che ad ogni modo raccomandano l’acquisto delle azioni (‘Buy’).
Fuori dal listino principale, invece, realizzi su Fincantieri (-1,5%) con gli analisti di Mediobanca che hanno alzato target a 6 euro, ma la raccomandazione resta “neutral”. Inoltre, nel corso della presentazione sui conti, la scorsa settimana, l’a.d. Pierroberto Folgiero aveva sottolineato le opportunità di nuove commesse dal Medio Oriente e dal Sudest Asia che, secondo gli analisti, supporteranno gli ordini del 2025.
Spread stabile a 120 punti, rendimento decennale sale al 3,57%
Chiusura su livelli invariati per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmarke il Bund tedesco di pari durata si è attestato a 120 punti base, sullo stesso livello della chiusura di venerdi’ scorso. In rialzo, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark, che ha segnato un’ultima posizione al 3,57%, dal 3,54% della chiusura precedente.
Nuovo record del bitcoin a 92mila $, petrolio in salita
Sul fronte dei cambi, l’euro vale 1,0568 dollari (venerdì in chiusura a 1,0543) e 163,86 yen (163,19), mentre il dollaro/yen a 155,05 (154,77). Nuovi record per il bitcoin a quota 92mila dollari. Nel fine settimana il bitcoin ha registrato la più grande flessione in due giorni dalle elezioni statunitensi, in un contesto di cautela sui mercati globali, mentre gli operatori valutano il potenziale impatto dell’agenda politica del presidente eletto Donald Trump. L’asset digitale è sceso di quasi il 3% tra sabato e domenica, prima di recuperare parte del calo. Tra le incertezze ci sono i tempi di realizzazione delle promesse di Trump a favore della criptovaluta e la fattibilità di tutte, come la creazione di una riserva di Bitcoin negli Stati Uniti. In rialzo il petrolio, con il Wti di dicembre a 69 dollari al barile (+3%) e il Brent adi gennaio a 73,2 dollari (+3 per cento). Poco mosso il gas, di poco sotto i 46 euro al megawattora.
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