Oltreoceano è scattato il conto alla rovescia per la riunione della prossima settimana della Federal Reserve, che secondo gli osservatori dovrebbe prendere ancora tempo fino a settembre, quando probabilmente procederà a un taglio dei tassi di 25 punti base. Pochi spunti sono arrivati dal dato sull’inflazione misurata sui consumi delle famiglie, che pur diminuendo leggermente, è risultata in linea con le attese: a giugno ha registrato un progresso annuo del 2,5%, contro il 2,6% di maggio. L’economia statunitense, invece, è risultata più forte del previsto, con la lettura preliminare del Pil del secondo trimestre pubblicata la vigilia al 2,8%. Sullo sfondo rimane il rebus politico con la campagna elettorale per le presidenziali che si sta infiammando.
Usa, inflazione ‘core’ giugno +0,2% mensile e +2,6% annuo
Il tanto atteso dato sull’inflazione americana non ha provocato brividi sui mercati, visto che è risultato allineato alle attese. Nel dettaglio a giugno il dato Pce (personal consumption expenditures price index), la misura preferita dalla Federal Reserve per calcolarla, è aumentato dello 0,1% rispetto al mese precedente, e del 2,5% rispetto a un anno primacontro il 2,6% del mese precedente.
La componente “core” del dato, depurata dalle componenti alimentari ed energetici (quelli più volatili), è cresciuta dello 0,2% rispetto al mese, e del 2,6% rispetto a un anno prima, E’ stato inoltre annunciato che a giugno i redditi personali negli Stati Uniti sono aumentati di 50,4 miliardi di dollari, lo 0,2%, contro lo 0,4% del consensus.
Le spese per i consumi sono aumentate dello 0,3% (57,6 miliardi), secondo quanto comunicato dal dipartimento del Commercio, in linea con le attese. I redditi di maggio sono stati rivisti dallo 0,5% allo 0,4%, le spese sono state riviste dallo 0,2% allo 0,4%. Da ricordare che ieri era emerso che il prodotto interno lordo statunitense nel secondo trimestre è cresciuto del 2,8%, in base alla lettura preliminare. Le attese erano per un dato al 2,1%. In Europa, sempre sul fronte macro, è emerso che la fiducia da parte delle famiglie francesi è migliorata. A luglio, l’indicatore che la sintetizza è salito di un punto, a quota 91. Rimane però ben al di sotto della sua media di lungo periodo (100 tra gennaio 1987 e dicembre 2023). In Italia invece provengono segnali contrastanti dal clima di opinione degli operatori economici. Secondo l’Istat, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è stimato in aumento da 98,3 a 98,9, mentre l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese scende da 94,5 a 94,2.
A Piazza Affari bene Eni, in recupero il lusso, ancora giù Stellantis e St
A Piazza Affari si sono distinnte le Eni (+3,3%) in vetta al paniere principale, dopo i conti superiori alle attese e la revisione al rialzo delle previsioni. Hanno inoltre chiuso in rialzo Moncler (+1,88%)e Brunello Cucinelli (+3,14%), in scia al rimbalzo delle compagnie del lusso francesi, incoraggiate dai conti in crescita di Hermes e del colosso dell’occhialeria, Essilorluxottica. Quest’ultimo, a Parigi, ha spiccato il volo del 7,99%, anche grazie alla conferma del numero uno, Francesco Milleri, sull’interesse di Meta per rilevare una quota della società. «Siamo stati informati», ha infatti detto il manager, durante la conferenza di presentazione dei conti semestrali, che hanno visto i ricavi salire del 3,4% a 13,2 miliardi e l’utile netto del 5,5% a 1,7 miliardi. Gli acquisti degli investitori hanno premiato, tra gli altri, ancheInterpump Group (+2,5%), Pirelli & C (+1,5%) e Davide Campari (+1,5%). Hanno invece continuato a soffrire le Stellantis (-3%) e le Stmicroelectronics (-3,87%), nonostante i forti ribassi della vigilia provocati dai conti deludenti. Hanno registrato una performance fiacca le banche, con Unicredit giù di mezzo punto percentuale e Banca Mps dello 0,98%.Al di fuori del paniere principale è stato rally di Immsi(+30,6%), che ha ottenuto una maxi commessa da 1,6 miliardi insieme a Leonardo – Finmeccanica (+3%) In luce anche Webuild (+2,45%), dopo i risultati positivi del primo semestre con ricavi a 5,5 miliardi e utile più che triplicato.