Per la maggior parte dei banchieri, erano “in diminuzione i rischi di un rialzo dell’inflazione” e “in aumento i rischi” per il mercato del lavoro. I tassi d’interesse erano stati abbassati allo 0-0,25%, nel marzo del 2020, per combattere gli effetti negativi della pandemia di coronavirus sull’economia statunitense, e poi progressivamente alzati. Dal marzo 2022, si sono susseguiti 11 rialzi dei tassi in 16 mesi, fino a raggiungere il livello più alto dal 2001. Poi, sono stati mantenuti al 5,25%-5,50% per 14 mesi. La decisione del 18 settembre ha chiuso una fase di forti rialzi dei tassi d’interesse per combattere l’inflazione, la più aggressiva dagli anni ’80, per aprirne una di tagli, che potrebbe durare un paio d’anni. La Fed aveva iniziato i cicli di tagli con una riduzione di 50 punti base anche nel 2001, nel 2007 e nel 2020, a causa rispettivamente della bolla tech, della bolla dei mutui subprime e del Covid-19.
A Piazza Affari rimbalza Stellantis, bene Kering a Parigi
Tra i principali titoli milanesi si sono messi in luce Stellantis (+1,94%) e StMicroelectronics (+1,68%). Bene anche Pirelli (+1,67%) e Prysmian (+1,26%). In rosso invece Diasorin (-1,15%) e Amplifon (-1,13%). Moncler (+0,92%) è tra i titoli che hanno provato a recuperare terreno dopo la recente debolezza. Il settore del lusso, che aveva perso terreno alla luce dei timori sull’andamento della domanda in Asia e in particolare in Cina, ha così messo a segno generali progressi, con Kering a +1,54% a Parigi dopo la nomina di Stefano Cantino alla guida di Gucci. Denaro su Recordati (+1,25), Tim (+1,23%), Banco Bpm (+1,21%), Azimut (+1,19%) e Iveco (+1,08%), mentre hanno concluso la giornata sotto la parità Poste Italiane (-0,43%), Finecobank (-0,24%), Eni (-0,2%) e Italgas (-0,09%). Al di fuori del paniere principale, Siav è balzata del 16,54% dopo i giudizi positivi di alcuni analisti. Bene anche Sit (+12,96%), mentre hanno perso quota Fidia (-13,95%) e Monnalisa (-11,9%).
Euro debole, ancora giù il petrolio
Sul mercato valutario, l’euro flette a 1,0953 dollari da 1,0967 martedì in chiusura. La moneta unica vale anche 163,38 yen (da 162,63), mentre il rapporto dollaro/yen è a 149,17 (148,28). Sul fronte dell’energia, dopo il tonfo della vigilia, continua a perdere quota il prezzo del petrolio in scia all’aumento superiore alle previsioni delle riserve Usa: il future novembre sul Wti cede lo 0,8% a 72,98 dollari al barile, mentre la consegna dicembre per il Brent perde lo 0,96% a 76,44 dollari. Il barile recupera tuttavia terreno rispetto ai minimi del durante, toccati rispettivamente a 71,57 e 75,15 dollari. In discesa dell’1,5% a 38,3 euro al megawattora il gas naturale ad Amsterdam.
Spread chiude i calo a 130 punti, rendimento decennale sale al 3,56%
Chiusura in leggero calo per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005560948) e il Bund tedesco di pari durata si è attestato a 130 punti base, in flessione di 1 centesimo rispetto alla chiusura di martedì. In lieve rialzo, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un’ultima posizione al 3,56%, dal 3,55% della chiusura della vigilia.
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