L’inflazione statunitense sotto le attese degli analisti, che potrebbe aprire a un’accelerazione del programma di taglio dei tassi da parte della Fed, ha sostenuto le Borse europee, con Milano che è stata la migliore della giornata.
L’indice Ftse Mib ha infatti concluso in aumento dell’1% netto a 32.328 punti, l’Ftse All share in crescita dello 0,99% a quota 34.457. Mercati azionari del Vecchio continente comunque tutti in leggero rialzo: la Borsa di Parigi ha segnato un aumento dello 0,6%, seguita da Londra e Francoforte in crescita dello 0,4%. Positiva dello 0,2% Madrid, mentre Amsterdam ha chiuso in aumento dello 0,1%.
Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è in lievissima crescita: il differenziale ha concluso la seduta sui mercati telematici a 138 punti contro i 137 di ieri, con il rendimento del prodotto del Tesoro al 3,56%. In rialzo l’euro, che a un massimo di giornata a 1,104 contro il dollaro si trova sui livelli più alti dell’anno.
Sul fronte dell’energia il prezzo del gas è in ribasso sul mercato di Amsterdam: il future sul metano con consegna a settembre è sceso dell’1,3% a 38,9 euro al Megawattora. Il petrolio dopo il dato delle scorte statunitensi è in ribasso di circa un punto percentuale facendo fatica a tenere quota 77 dollari al barile.
In questo contesto, in Piazza Affari tra i titoli principali il migliore è stato Ferrari, salito del 4%, seguito da Tim in aumento finale del 3,4% a 0,23 euro. Bene anche Leonardo (+3,1%), mentre nel settore finanziario si è distinta la Banca popolare di Sondrio, in crescita finale del 2,6%. Per contro qualche vendita su Mps e Diasorin (-0,3%), con Tenaris in calo dello 0,5%. Nel paniere a bassa capitalizzazione corsa per la Juventus, cresciuta del 9% a a 2,38 euro.
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