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(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Le trimestrali di auto e tech mandano le Borse Europee a tappeto. Dopo le performance deludenti dei primi big di Wall Street, Alphabet e Tesla, le vendite si sono contrate giovedì sui grandi Gruppi del Vecchio Continente. Così il Ftse Mib di Milano ha perso il 2,03%, affossato dai pesanti cali di St (-13,75%) e Stellantis (-8,69%). Nonostante la recente battuta d’arresto dei mercati, «la stagione degli utili, che è ancora in fase iniziale» potrà ancora riservare delle sorprese positive per gli investitori, secondo gli analisti di Ubs. I conti pubblicanti fino ad ora, seppure sotto le attese, sono infatti in linea con «una previsione di crescita degli utili sullo S&P 500 del 10-12%». Numeri che, se confermati, potrebbero portare al risultato migliore degli ultimi due anni. Sui mercati per il momento però prevale ancora l’incertezza, soprattutto alla luce dei dubbi sulla tenuta delle economie globali. In questo senso, segnali incoraggianti sono arrivati dal Pil Usa, visto in crescita al 2,8% nel II trimestre 2024, contro stime per il 2,1%. Un dato «rassicurante», secondo gli esperti di eToro «che potrebbe aumentare le probabilità di un atterraggio morbido» per la Fed, in vista di un prossimo taglio dei tassi.
Sul fronte europeo, l’indice Ifo sul clima di fiducia delle imprese tedesche risulta a quota 87 a luglio, al terzo mese consecutivo di ribasso. Si tratta del valore più basso da febbraio e di un dato decisamente al di sotto delle attese degli analisti, che si aspettavano addirittura un leggero incremento dall’88,6 registrato a giugno.
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Wall Street chiude in altalena
Wall Street chiude contrastata. Il Dow Jones sale dello 0,20% a 39.935,07 punti, il Nasdaq perde lo 0,93% a 17.181,73 punti mentre lo S&P 500 cede lo 0,51% a 5.399,23 punti. L’economia statunitense, intanto, si è dimostrata più del forte del previsto, con la lettura preliminare del Pil del secondo trimestre al 2,8%, con il consensus al 2,1%. L’inflazione Pce ‘core’ del trimestre si è attestata al 2,9%, contro il 2,7% delle attese. Le nuove richieste dei sussidi di disoccupazione sono scese di 10.000 unità a 235.000, in linea con le attese. In deciso calo (-6,6%) gli ordini di beni durevoli, per cui era invece atteso un rialzo dello 0,3%. Venerdì, atteso il dato sull’inflazione Pce di giugno, che servirà alla Federal Reserve per decidere le prossime mosse sui tassi d’interesse; gli investitori, ormai, sono sicuri che la Banca centrale abbasserà i tassi entro settembre.
Ford crolla dopo trimestrale deludente, verso peggior seduta dal 2009
Il titolo di Ford Motor crolla a Wall Street e va verso la peggior seduta dal 2009. La casa automobilistica ha registrato una trimestrale sotto le attese, con un utile adjusted per azione di 47 centesimi su ricavi di 44,81 miliardi di dollari, contro attese per 68 centesimi su 44,02 miliardi. Ford ha alzato il target sul flusso di cassa disponibile per l’intero anno, ma ha mantenuto inalterata la guidance sugli utili 2024, deludendo molti investitori. L’utile adjusted è previsto, per l’anno, tra i 10 e i 12 miliardi di dollari. L’utile netto è stato di 1,83 miliardi, sotto l’1,92 miliardi di un anno prima. L’ebit adjusted è diminuito del 27% a 2,76 miliardi, dai 3,79 miliardi di un anno prima. I ricavi totali, includendo anche il suo settore finanziario, sono aumentati di circa il 6% a 47,81 miliardi. Male la divisione elettrica, identificata ora come Model E, che ha perso 1,1 miliardi di dollari, con ricavi di 1,3 miliardi (scesi rispetto all’anno scorso) e un volume diminuito del 23%. Dall’inizio dell’anno quindi, con i veicoli elettrici, Ford ha perso 2,5 miliardi.
A Milano Pirelli in controtendenza al traino di Michelin
Tra i principali titoli di Piazza Affari, giornata da brividi per Stellantis (-8,69%) e St (-13,75%) dopo i conti trimestrali e la prudenza sulle stime. Sotto pressione anche il lusso: a Parigi dopo lo scivolone di Lvmh la vigilia le vendite colpiscono Kering, ma a Milano tiene Moncler (+1,87%) dopo una buona semestrale. In controtendenza Pirelli (+1,34%) al traino della performance di Michelin a Parigi che alla vigilia ha annunciato di aver chiuso il primo semestre con un calo delle vendite di pneumatici, ma di aver protetto i suoi profitti vendendo pneumatici più costosi in un momento in cui il mercato europeo non consente più le esportazioni. Resistono in positivo le utilities, con Erg (+2,17%) in testa. Sono invece in rosso le banche e gli industriali, in particolare Iveco (-7,61%) e Interpump (-7,46%).