«L’importanza di difendere la tecnologia italiana da atti di pirateria e violazione dei brevetti è un tema cruciale nel contesto attuale in cui la competitività globale è sempre più determinata dalla capacità di innovare e sviluppare soluzioni avanzate. L’Italia, con la sua ricca tradizione di ingegno e creatività, ha un patrimonio di conoscenze e competenze che costituisce un asset vitale per il futuro del Paese oltre che il motore trainante della nostra evoluzione economica e sociale. Difendere la tecnologia e la conoscenza italiane significa tutelare di fatto la sicurezza della nazione».
Lo ha detto Antonio Graziano, Ceo di Rigenera-Hbw e responsabile Salute del Forum italiano dell’export, a margine della due giorni organizzata dall’associazione, presieduta da Lorenzo Zurino, presso il centro di ricerca Pietro Ferrero, ad Alba (Cuneo).
«Nel mondo contemporaneo, l’innovazione tecnologica è diventata il principale driver di crescita economica. Le nazioni che investono nella ricerca e nello sviluppo tecnologico sono in grado di creare industrie competitive e prosperare in settori ad alta intensità di conoscenza».
«La pirateria e la violazione dei brevetti mettono a rischio queste conquiste, minando la fiducia degli investitori e delle imprese anche a causa di sistema normativo che non riesce a tenere il passo dell’innovazione e che, pertanto, adotta schemi e metodi di interpretazione dei fatti sostanzialmente superati – ha continuato Graziano –. L’Italia, con il suo tessuto di piccole e medie imprese altamente specializzate, è particolarmente vulnerabile a questo genere di minacce perché quelle aziende che investono in ricerca e sviluppo rischiano di vedere i loro sforzi vanificati se non possono proteggere le scoperte che generano».
«La protezione della proprietà intellettuale è dunque essenziale per sostenere un ecosistema di innovazione vibrante in Italia soprattutto se si guarda al comparto del biotech salute, in continua crescita e luogo di eccellenza della filiera della conoscenza nostrana».
Nel 2021, il settore ha infatti raggiunto i 7,5 miliardi di fatturato per un totale di 383 società attive. «Le aziende del biotech salute stanno moltiplicandosi un po’ ovunque in Italia – ha sottolineato ancora il Ceo di Rigenera-Hbw – con una importante presenza pure nel Meridione».
«Restano, però, al Sud come al Nord i problemi che frenano una piena e completa valorizzazione di tutte le potenzialità del settore: e mi riferisco soprattutto ai trasporti. Senza un adeguato sistema di logistica, è difficile creare sinergie tra aziende e proporsi su altri mercati. A Torino, ad esempio, sarebbe fondamentale implementare le attività e le capacità dell’aeroporto che sono ancora sottodimensionate – ha concluso Graziano – rispetto alle necessità del contesto produttivo non solo della provincia torinese ma dell’intero Nord Ovest del Paese».