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La Banca centrale europea ha lasciato invariato il tasso sui depositi al 3,75% e quello di riferimento al 4,25% come previsto alla vigilia. La Bce aveva tagliato i tassi di un quarto di punto percentuale lo scorso 6 giugno. La decisione è stata presa all’unanimità, così come la scelta di non dare indicazioni sulle future mosse.
Secondo molti analisti il prossimo taglio potrebbe avvenire a settembre, in coincidenza con le nuove proiezioni macroeconomiche e altri dati sull’inflazione. Nulla, nel comunicato ufficiale, lascia pensare che queste attese siano inappropriate: la Banca centrale europea sottolinea che il rialzo dell’inflazione di maggio è legata a fattori «isolati», anche se la maggior parte delle misure di inflazione sottostante sono calate o sono rimaste stabili a giugno.
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Le pressioni provenienti dai salari più alti, inoltre, continuano a essere assorbite dai profitti, che sono calati nel primo trimestre. Le negoziazioni salariali – ha spiegato la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa – vedranno il loro massimo impatto nel 2025, ma per il 2026 la dinamica delle retribuzioni è «compatibile» con l’obiettivo di politica monetaria. Lo spazio per ulteriori tagli, quindi, c’è ancora.
Non si può però immaginare ancora una rapida riduzione del costo del credito ufficiale a brevissimo termine: «Le pressioni interne sui prezzi restano alte – continua il comunicato – l’inflazione dei servizi è elevata ed è probabile che l’inflazione complessiva rimanga al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno», soprattutto per “effetti base” legati all’energia, per scendere – ha detto Lagarde – verso l’obiettivo dell 2% nella seconda parte del 2025. Le condizioni di finanziamento- ha aggiunto la presidente – restano restrittive e l’economia sarebbe cresciuta nel secondo trimestre allo stesso ritmo del primo trimestre.
La Bce continuerà quindi a mantenere un «approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione». Non c’è nessun impegno, ma anche nessuna indicazione, sul percorso futuro dei tassi. «La decisione di settembre è totalmente aperta», ha aggiunto Lagarde, ricordando che le proiezioni saranno evidentemente centrali.