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In Italia il costo del credito frena la domanda di prestiti da parte delle imprese e, dal punto di vista dello stato di salurte dell’economia, la crescita rimane contenuta. Sono due elementi messi in evidenza da Bankitalia nel Bollettino Economico n. 3 del 2024, pubblicato venerdì 12 luglio.
Il costo del credito frena la domanda di investimenti
La stretta monetaria, sottolinea l’istituto di Via Nazionale, «continua a incidere sul costo del credito. La flessione dei prestiti alle imprese prosegue, seppure attenuandosi; vi contribuiscono non solo una domanda di finanziamento modesta, per via degli alti tassi di interesse e della debolezza degli investimenti, ma anche criteri di offerta restrittivi a causa della diffusa percezione del rischio».
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In primavera contenuta crescita del Pil
Quanto alla crescita, si legge ancora nel Bollettino, «dopo la moderata espansione del primo trimestre di quest’anno, secondo nostre stime il PIL in Italia ha continuato a crescere in misura contenuta in primavera; è stato sostenuto ancora dai servizi, in particolare del turismo, che beneficia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri. Per contro l’attività si è ridotta nelle costruzioni e nella manifattura. Dal lato della domanda, all’ulteriore espansione delle esportazioni e alle indicazioni positive sui consumi si associa un quadro meno favorevole per gli investimenti». Bankitalia spiega che «nelle nostre più recenti proiezioni macroeconomiche, elaborate nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema, il prodotto aumenterà dello 0,6 per cento nel 2024 (dello 0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative), dello 0,9 nel 2025 e dell’1,1 nel 2026».
I prezzi nel turismo frenano il calo inflazione
Gli aumenti nel comparto del turismo in Italia sono «nettamente superiori» all’inflazione media dei servizi e contribuiscono a frenare il calo dei prezzi in atto nel nostro paese che segna un +1,1%, sotto quindi l’obiettivo del 2% della Bce. Secondo la Banca d’Italia «anche per effetto della ripresa della domanda, dall’estate del 2022 in Italia l’inflazione relativa alle attività turistiche (alloggi, ristoranti, pacchetti vacanze e trasporti) è stata nettamente superiore a quella media dei servizi». Un divario progressivamente ridotto nei primi sei mesi del 2024, ma che resta ancora positivo.
Prosegue l’espansione dell’occupazione
Segnali positivi arrivano sul fronte del lavoro. «L’occupazione – si legge ancora nel documento – ha continuato ad aumentare nei mesi primaverili: a fronte di una partecipazione al mercato del lavoro stabile su livelli superiori a quelli osservati prima della pandemia, il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso, avvicinandosi a quello medio dell’area. La crescita del costo del lavoro nel settore privato non agricolo si è rafforzata nei mesi recenti, sospinta dai rinnovi contrattuali nel comparto dei servizi e dai pagamenti previsti dagli accordi già in vigore».