Le vendite pubblicitarie hanno subito una bella spinta anche, e soprattutto, grazie al supporto delle nuove tecnologie. In particolare: l’Intelligenza artificiale. La stessa direttrice finanziaria, Susan Li, ha affermato che Meta sta migliorando nel targeting e nella distribuzione degli annunci. Un risultato che, evidentemente, consegue in scia all’evoluzione degli algoritmi basati sull’Artificial intelligence (AI).
Già, l’AI. Gli investitori, di recente, si sono mostrati ansiosi rispetto alle spese per l’Intelligenza artificiale generativa. Un’innovazione molto dispendiosa, che può mettere in dubbio la redditività aziendale (o, perlomeno, quella che gli analisti “pretendono” da simili titoli hig growth). Su questo fronte, Meta ha sottolineato di aver incrementato le previsioni di Capex sull’intero 2024, da un punto medio di 37,5 miliardi di dollari, al nuovo livello medio di 38,5 miliardi. Cioè: gli investimenti capitalizzati, nella seconda metà dell’esercizio, saranno superiori del 50% rispetto alla prima metà. Ebbene: l’accelerazione degli esporsi è proprio in funzione dell’AI.
Non solo. «Prevediamo – ha detto Li – una crescita significativa delle spese in conto capitale anche nel 2025, poiché investiamo per supportare la ricerca sull’Intelligenza artificiale e gli sforzi di sviluppo dei prodotti». Lo stesso Zuckberg, peraltro, ha dedicato gran parte della discussione della conference call all’Artificial intelligence.«Il grande tema in questo momento è, ovviamente, l’intelligenza artificiale», ha detto. «I progressi», su questo fronte, « stanno guidando l’impegno su Facebook e Instagram e aiutando gli inserzionisti a trovare spettatori interessati». Insomma: è chiaro che la volontà è puntare con forza, spendendo non poco, sugli algoritmi AI. Un impegno che, almeno nell’immediato, non dispiace al mercato. Tanto che nella seduta dell’1/8/2024, il titolo è cresciuto mentre il Nasdaq è andato al ribasso.
Microsoft e Azure
Quello stesso mercato che, al contrario, ha storto il naso davanti ai numeri di Microsoft . La società di Redmond ha realizzato, nel quarto ed ultimo trimestre dell’esercizio 2023-24, un giro d’affari di 64,7 miliardi di dollari (+15% a valute costanti). L’utile netto, dal canto suo, è risultato di 22 miliardi a fronte dei 20 miliardi realizzati un anno prima. Sull’intero esercizio fiscale, poi, la multinazionale del software ha raggiunto ricavi per 245,122 miliardi (211,9 nell’anno 2022-23) mentre i profitti sono saliti a 88,136 miliardi di dollari.
A fronte di simili numeri, si domanda: perché gli investitori hanno bocciato il quarter? La risposta è da riscontrarsi nell’andamento del cloud. La nuvola informatica è diventata un motore essenziale per il business di Microsoft (è la seconda azienda al mondo, dopo Amazon , per quota di mercato). Ebbene: la divisione core del gruppo nel settore (Azure), è cresciuta -nell’ultimo quarter – del 29%. Una performance inferiore al 31% dei precedenti tre mesi e, soprattutto, inferiore alle stime di consensus del 30%. Sembrerà incredibile, ma tanto è bastato a mettere sotto pressione il titolo. Anche perché, dopo le ondate di ottimismo – e acquisti – legate all’AI, ogni numero che non soddisfa in pieno le attese viene sfruttato per alleggerire la posizione.