Nell’ultimo trimestre terminato il 30 giugno, GM ha perso 104 milioni di dollari sulla sua attività cinese, parte di una perdita totale nel primo semestre di 210 milioni di dollari. «Vogliamo rimanere competitivi e questo significa che dobbiamo esaminare l’attività con il nostro partner per assicurarci di poterla riportare alla redditività e a un flusso di cassa sostenibile, in futuro», ha dichiarato il cfo Paul Jacobson. «La Cina resta un buon asset per noi».
Occidentali e giapponesi: strategie ridisegnate in Cina
GM non è certamente sola. A fronte di vendite in calo, in un mercato sempre più competitivo, hanno deciso di ridurre la produzione, nella prima parte dell’anno, Honda e Nissan. Convinte anche dall’evidenza che la quota di mercato del Sol Levante si è ridotta dal 21% del 2019 al 12% del primo semestre 2024. Honda ho optato per la chiusura di due impianti per auto con motore “termico”, taglio della produzione di circa 300mila unità a 1,2 milioni e apertura entro il 2024 di due siti, sempre con i partner cinesi Gac e Dongfeng, per produrre vetture elettriche e tornare poi a quota 1,4 milioni di unità. E a fine luglio è arrivata la notizia di una alleanza tutta made in Japan tra Mitsubishi, Nissan e la stessa Honda, per collaborare sui componenti dei veicoli elettrici e sull’intelligenza artificiale nelle piattaforme software. Costi sempre in primo piano.
Tra le occidentali spicca Volkswagen, primo produttore europeo, che in Cina ha venduto 3,2 milioni di veicoli nel 2023 (3,5 un anno prima). Durante l’ultimo Salone di Pechino, in aprile, Vw ha rilanciato i suoi piani con un’offensiva che prevede 44 nuovi modelli di tutti i brand entro il 2026, una nuova architettura in partnership con la cinese Xpeng (stimato un risparmio del 40% sui costi) e il lancio del nuovo sub-brand ID.Unix, mirato sul pubblico giovane. Il colosso di Wolfsburg insegue la crescita della sua quota di mercato per le auto full electric in Cina. Nel primo semestre Vw ha registrato un notevole aumento in percentuale (+45%, da 62.400 del 2024 a 90.600), che si traduce in un progresso dal 2,3% dell’anno scorso al 3% di quest’anno (tre milioni i Bev venduti in totale, di cui 726mila ad opera della numero uno BYD, che ha registrato un aumento del 17%).
Che il mercato cinese sia sempre più sfidante lo testimonia, tra l’altro, anche la recente raccomandazione degli analisti di Bank of America a Ford e proprio General Motors di «lasciare la Cina al più presto» perché ormai non più redditizia. Ford, però, dopo il flop della Mustang elettrica (Mach-E), ha deciso di non chiudere il rubinetto degli investimenti, ma di puntare maggiormente sull’export, come ha spiegato il vicepresidente Lyle Watters durante il Salone di Pechino.
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